Tenta di soffocarla col sacchetto Ma l’aggressore non ricorda

CADEGLAINO VICONAGO – «Non ricordo niente di quel giorno», Gaspare Rallo, accusato del tentato omicidio di Maria Leggio un’amica di famiglia, questa mattina è stato ascoltato dal collegio presieduto da Anna Giorgetti. Incalzato dalle domande del pubblico ministero Massimo Politi è apparso confuso. «Andavo da lei quasi tutti i giorni – ha detto – la aiutavo a fare la spesa. Ho anche mangiato a casa sua spesso. La busta? Era sul tavolo».

La busta in questione è un sacco di plastica per la raccolta rifiuti che Rallo, reo confesso dei fatti di quel gennaio 2012, ha infilato sulla testa della Leggio tentando di soffocarla. Ai carabinieri di Marchirolo, ai quali l’uomo si è costituito pochi istanti dopo il fatto, aveva detto di averla portato con lui per ripararsi dalla neve che quel giorno cadeva copiosa. Alla contestazione dell’accusa Rallo ha tentennato: «Non ricordo. Non ricordo niente».

Rallo in aula ha ammesso di aver lavorato per la famiglia Leggio e di aver ricevuto denaro in pagamento per il lavoro svolto. Anche dopo l’infortunio che gli è occorso in uno dei cantieri dei Leggio (con frattura di tibia e perone) Rallo ha spiegato «Non potevo lavorare e lei mi dava qualche soldo per poter andare avanti. Non avevo alcun motivo per farle del male».

L’avvocato difensore Corrado Viazzo, subentrato nella difesa di Rallo a fascicolo già completato, ha rinnovato la richiesta di perizia psichiatrica a carico del suo assistito sottolineando «l’evidente stato di incoscienza nel quale quest’uomo versa». Il pm ha eccepito che lo stato di incoscienza è arrivato «nel maggio 2012 – ha detto Politi – Alcuni mesi dopo il fatto». La corte ha rigettato la richiesta della difesa rinviando discussione e sentenza al 10 aprile. S.Car.

b.melazzini

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