Roma, 8 mag. (Apcom) – Terence Hill torna di nuovo a cavallo.
Dopo una carriera nei western l’attore sarà protagonista domenica
e lunedì della fiction in prima serata su Raiuno ‘L’uomo che
cavalcava nel buio’. “In questa miniserie, che coniuga
intrattenimento e contenuti profondi – ha detto oggi in
conferenza stampa Paola Masini, capostruttura Rai Fiction – c’è
lo sport, il rapporto terapeutico e formativo con i cavalli, il
doping, l’amore che guarisce e l’adolescenza difficile. Il film è
portavoce di due valori imprescindibili: l’onestà e la passione”.
Al centro de ‘L’uomo che cavalcava nel buio’ c’è la storia di
un insegnante di equitazione (Terence Hill) che, ingiustamente
condannato per la morte del suo allievo migliore durante una
gara, dopo la galera e dopo dieci anni torna nella scuderia in
cui allenava e ritrova la voglia di combattere grazie al talento
inaspettato di Serena (Marta Gastini). La ragazza, figlia
dell’uomo che tutti credevano morto a causa dell’insegnante (dato
che si era scoperto che il cavallo era stato dopato), legherà
tantissimo con una cavalla destinata al Macello, Rebecca, sulla
quale imparerà a cavalcare.
Tra gli altri interpreti, diretti da Salvatore Basile,
sceneggiatore al suo esordio alla regia, ci sono Domenico
Mignemi, Francesca Cavallin, Marcello Mazzarella, Barbara Livi,
Ivo Garrani, Marco Cocci, Luciano De Luca, Manuela Gatti, Emilio
De Marchi, Mimmo Mancini e Flavia Astolfi. “Grazie a questa
fiction è stato possibile esplorare il mondo dell’ippica – ha
detto Hill – un tema non semplice da portare sul piccolo schermo.
La prima volta che sono salito a cavallo avevo 12 anni, per me è
sempre un’esperienza unica. Io credo che la protagonista del
film, Serena, rappresenti la maggioranza delle ragazze della sua
età, e che non sarà difficile immedesimarsi anche in sua madre
(Francesca Cavallin, ndr). Oggi non frequento il mondo sportivo,
ma quando lo facevo la mia unica risorsa per prendere energia era
la vitamina C, il doping non lo conoscevo”.
L’attore, che torna così ad interpretare un uomo buono dal nome
Rocco, proprio come nella fiction precedente ‘L’uomo che sognava
con le aquile’, non ha nessuna intenzione o voglia di
interpretare un ‘cattivo’. “Dopo aver fatto ‘Trinità’ ho
incontrato mamme per strada che mi dicevano di continuare a fare
film di quel tipo, perché in questo modo potevano tranquillamente
portare i figli al cinema. Questo mi ha fatto piacere, da allora
cerco sempre personaggi e film che non offendano. Anche perché
dalla mia prima volta sullo schermo, a 12 anni, ho avuto la
possibilità di calarmi in tanti ruoli. Ad esempio in ‘Barbagia’
di Carlo Lizzani sono stato un cattivo. Ora non ho bisogno di
questi ruoli”.
Alla conferenza per la presentazione della fiction, che ha
ricevuto il patrocinio di istituzioni ed enti, erano presenti
anche l’onorevole Francesca Martini, sottosegretario alla Salute
e l’onorevole Antonio Bonfiglio, sottosegretario alle Politiche
agricole, alimentari e forestali. “Sono qui per esprimere
soddisfazione verso la Rai e l’Albatross – ha detto l’onorevole
Martini – il fatto che venga sottolineato il rapporto
uomo-animale come terapeutico è un grande valore etico, che
dovremmo essere in grado di diffondere sempre di più, proprio
come il tema del doping. L’ippoterapia è un metodo riabilitativo
che sta raccogliendo risultati sempre migliori”.
“Inoltre – ha proseguito l’onorevole Martini – questa fiction
aprirà la strada agli eventi che ci saranno a Roma e Verona,
ossia Piazza di Siena e la Fiera Cavalli a novembre. Quello che
mi fa piacere è la garanzia che nella fiction tutte le scene
siano state girate con la massima tutela del cavallo. Proprio per
questi temi sono ora coinvolta in un disegno di legge sulla
tutela del cavallo dal doping e sto presentando un’ordinanza
sulla tutela degli animali sui set televisivi e cinematografici”.
Entusiasta il regista, che ha provato “un’emozione pazzesca nel
lavorare con un’icona come Terence Hill” e l’onorevole Bonfiglio,
che ha voluto sottolineare il ruolo del servizio pubblico. “Come
nel caso dei libri – ha spiegato – un romanzo spesso può arrivare
al cuore più di tanti saggi. Nel film c’è il valore dello sport e
dell’onestà e la piaga del doping, che mette in evidenza il
rifiuto dell’uomo di avere dei limiti”.
Caw
MAZ
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