TERNATE Stavolta non c’è solo la parola della vittima contro quella del carnefice. Perché l’uomo di 45 anni finito in manette mercoledì sera con l’accusa di violenza sessuale è stato preso in flagranza di reato mentre, di nuovo, tentava di allungare le mani sul corpo della ragazzina.
Prima di entrare in azione, la squadra Mobile di Varese coordinati dal sostituto procuratore di Varese Sabrina Ditaranto hanno voluto verificare la denuncia. Una denuncia fatta da un’adolescente di 16 anni che, all’inizio, aveva trovato il coraggio di confidarsi solo con la mamma. Non è stato facile, per lei, raccontare quello che le stava accadendo. Anche perchè la persona che da mesi (le prime pesanti molestie risalirebbero all’estate scorsa) sfruttava ogni occasione utile per sedurla e palpeggiarla non era una qualsiasi: era lo zio acquisito.
Quando però si è decisa a dire basta, gli investigatori hanno voluto andare con i piedi di piombo. I loro archivi sono pieni di farneticazioni di ragazzine e di donne che s’inventano stupri per pazzia o per incastrare e rovinare il disgraziato di turno.
Ma più le indagini entravano in profondità della vicenda, e più emergevano conferme al racconto dell’adolescente. È stato appurato, fra l’altro, che l’uomo aveva già preso di mira anche la sorella più grande della ragazza. Anche in questo caso, aveva aspettato che compisse i sedici anni, e che quindi ai suoi occhi diventasse “adulta” e sessualmente appetibile, e poi l’aveva irretita confidando nel suo silenzio. Quindi, perso l’interesse nei confronti della sorella maggiore, ha rivolto le sue pruriginose attenzioni a quella più
piccola. Raccolte prove e a sufficienza, i poliziotti hanno deciso di far scattare le manette. E lo hanno fatto riusciendo a cogliere in flagrante lo zio troppo amorevole. L’uomo è piuttosto conosciuto in paese per la sua attività (di più non si dice per tutelare la vittima). Convive e ha un figlio. Interrogato dal giudice per le indagini preliminari Natalia Imarisio, l’uomo si trova nel carcere dei Miogni.
b.melazzini
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