VARESE «Ridateci le domeniche, ridateci la possibilità di vivere la nostra vita. Altrimenti saremo veramente i nuovi schiavi».
Così scrive Bruno Magni, titolare di una piccola attività commerciale a Busto Arsizio, in una lettera presentata ieri mattina nella sede Confcommercio Ascom Varese all’assessore alle Attività Produttive, Margherita Peroni.
Durante l’incontro, l’assessore Peroni ha ascoltato i dirigenti di Confcommercio Ascom della provincia in merito alle problematiche, ai progetti e alle prospettive del commercio locale.
Uno degli argomenti del confronto è stato proprio la liberalizzazione, prevista nel decreto “Salva Italia”, di orari e aperture degli esercizi commerciali. In un’altra lettera, scritta da Antonella Marina Fulgosi titolare di un’attività nella galleria di un centro commerciale, viene sottolineato come, con l’aumentare delle ore di apertura, il fatturato non sia aumentato ma siano aumentate le spese.
«La domenica non è un giorno da destinare al lavoro», conclude nello scritto Fulgosi. «La liberalizzazione senza regole può creare tanti danni – la risposta dell’assessore – Regione Lombardia ha presentato un ricorso, non ne conosciamo ancora l’esito ma, se non venisse accolto, ci metterebbe con le spalle al muro».
Il problema delle liberalizzazioni degli orari di apertura delle attività commerciali non tocca tanto i dipendenti dei centri commerciali, il cui diritto a riposo è garantito dai turni di lavoro, ma si ripercuote sui piccoli commercianti.
Si tratta per lo più di negozi a conduzione familiare, in cui lavorano marito e moglie obbligati a rispettare le 13 ore di apertura giornaliera e le aperture festive, escluso il giorno di Natale, il primo gennaio e la Pasqua. «In pratica non abbiamo più diritto a niente – continua Magni – Non solo al riposo settimanale, ma anche a pranzare e cenare insieme ai nostri figli, passare una giornata con loro, seguirli a scuola, quando non stanno bene. L’unica consolazione rimasta a me e a mia moglie è la possibilità di vedere le nostre due bambine dieci minuti alla mattina, prima che vadano all’asilo o a scuola e 15/20 minuti alla sera. Persino ai carcerati sono concesse migliori condizioni di vita». Il presidente provinciale di Confcommercio Ascom, Giorgio Angelucci ha sottolineato anche l’importanza di «una regolamentazione più specifica degli outlet» che hanno ripercussioni negative soprattutto nel settore dell’abbigliamento già in crisi. All’appuntamento si è discusso inoltre della situazione drammatica che vivono i Comuni limitrofi a Malpensa: «Oggi in Regione Lombardia – commenta Delio Riganti, fiduciario Ascom Gallarate – Malpensa è la prima industria. Bisogna creare un Piano di governo degli aeroporti lombardi».
s.bartolini
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