VARESE La giustizia varesina mette sotto accusa le sette sorelle del petrolio: truffa aggravata e aggiotaggio i reati ipotizzati dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Battarino nel provvedimento trasmesso per competenza alle procure di Milano e Roma. Codacons canta vittoria: «Pronta una class action che potrebbe coinvolgere 34 milioni di italiani». L’indagine nasce proprio da un esposto depositato da Codacons nel marzo 2012 in tutte le procure d’Italia: il quesito che in forma giuridica articolata ci si poneva era: «Perché
se il prezzo al barile del petrolio è stabile il prezzo della benzina in Italia corre inarrestabile verso i due euro al litro?».
La procura di Varese era stata l’unica in Italia ad aprire un fascicolo d’indagine: il procuratore Maurizio Grigo e il sostituto procuratore Massimo Politi aveva delegato la guardia di finanza ad eseguire tutti gli accertamenti del caso. Le fiamme gialle guidate dal colonnello Antonio Morelli, avevano eseguito perquisizioni nelle sedi delle maggiori società petrolifere tra Milano, Roma e Genova, sequestrando parecchio materiale. All’epoca l’ipotesi di reato formulata fu quella di manovra speculativa su merci: in sintesi accertare l’esistenza di un cartello tra le varie compagnie petrolifere che mira a non far scendere mai il costo della banzina sul mercato italiano anche quando ce ne sarebbero i presupposti.
Ora il gip Battarino, vagliata la documentazione sequestrata, è andato oltre: «Esistono indizi di commistione dei delitti da parte dei legali rappresentanti, componenti del Cda e dirigenti delle compagnie petrolifere … le condotte illecite sono state commesse nelle sedi legali delle predette società; si rileva, a fini probatori, il sequestro dei documenti indicati», scrive il gip nell’articolato provvedimento.
I reati ipotizzati, come si diceva, sono quello di truffa aggravata (ai danni dei consumatori evidentemente) e aggiotaggio (quindi turbativa dei mercati con condotta illecita).
E ai fruitori il Codacons si rivolge promuovendo una class action per il rimborso del surplus pagato ad ogni rifornimento. Ora, infatti, le procure di Milano e Roma dovranno per forza aprire inchieste analoghe: quello del giudice varesino è un provvedimento che fa storia.
Il servizio completo sul giornale in edicola domenica 31 marzo
s.bartolini
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