Ricerca di gas e petrolio nel Basso Varesotto, il Pirellone da il via libera.
Ma il comune di Gallarate dice no e, con l’assessore all’Ecologia Cinzia Colombo, lancia la mobilitazione: «muoviamoci adesso, prima che inizio le operazioni».
La questione riguarda un permesso di ricerca di idrocarburi sia liquidi che gassosi denominato “Cascina Graziosa”. A presentarlo un paio di anni fa Enel Longanesi Developments srl, intenzionata a valutare il potenziale minerario di una zona compresa tra le province di Varese, Milano e Novara.
«Ora la Regione dice che la ricerca non è assoggettabile a valutazione di impatto ambientale», scrive Colombo sul suo blog. Secondo il Pirellone la Via non sarà necessaria, tanto che ha dato il nulla osta perché il ministero dello Sviluppo economico consenta di far partire la ricerca.
In questa prima fase verranno effettuate soltanto delle valutazioni geologiche, mentre non è previsto alcun tipo di scavo. Per perforare il terreno sarà necessaria una nuova autorizzazione. Ma se si arrivasse a questa fase, sono previsti «interventi con il metodo della sismica a riflessione».
La tecnica si chiama vibroseis: una piastra vibrante sul fondo del pianale di un camion che percuote il terreno propagando onde elastiche.
«Con la possibilità aggiuntiva di utilizzare anche dell’esplosivo qualora si dovessero riscontrare difficoltà operative».Tutte circostanze delle quali Palazzo Borghi farebbe volentieri a meno.
«Come già nel settembre 2012, abbiamo inviato una lettera in Regione per ribadire la nostra contrarietà all’apertura di pozzi esplorativi sul proprio territorio», spiega la delegata all’Ecologia.
Il comune ha anche chiesto che, per autorizzare la seconda fase della ricerca, «si tenga in considerazione la densità abitativa e lo stato attuale dell’inquinamento dell’area e del suolo».
E soprattutto si sommi l’impatto ambientale dell’estrazione di idrocarburi a quello di altri interventi previsti sul territorio, a cominciare dalla Pedemontana, dalla nuova ss341 e dalla terza pista di Malpensa, attraverso una valutazione ambientale strategica. Pur appartenendo al Parco del Ticino, infatti, «Gallarate è classificata in zona A1».
Ovvero in quell’area «a maggiore densità abitativa caratterizzata da concentrazioni più elevate di Pm10, ossidi di azoto e composti organici volatili».
In altre parole, «c’è già fin troppo in un territorio così densamente abitato e cementificato per pensare anche allo sfruttamento del sottosuolo».
Come a dire che a Gallarate non c’è posto per i pozzi di petrolio.
Ammesso e non concesso che davvero nel sottosuolo ci sia dell’oro nero da estrarre.
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