Bangkok, 4 set. (Apcom) – La storia ha commosso i giornali tailandesi per giorni: Mong Thongdee, dodici anni e apolide, campione di aeroplanini di carta, voleva rappresentare Bangkok a un concorso di origami in Giappone. Ma il ragazzino è figli di immigrati birmani e non ha la nazionalità. Permettergli di uscire e rientrare in Thailandia sarebbe un rischio per la sicurezza del paese, a quanto pare. O così gli hanno detto al ministero dell’Interno mercoledì.
Le foto del piccolo che piangeva dignitosamente hanno fatto il giro della Thailandia, e le sue parole ritrasmesse dalla tv nazionale hanno provocato un’ondata di indignazione. “Volevo davvero andarci perchè mi sono esercitato tanto; gli adulti dicono che non posso andare perché non sono un cittadino” spiegava il ragazzino.
Mong, che vive nel nord della Thailandia, l’anno scorso è diventato campione nazionale di aerei di origami – la nobile arte giapponese della carta piegata. Il suo aereo è riuscito a volare per ben 12 secondi, un’enormità come sa chiunque si sia dilettato con gli aeroplanini in un momento di noia. Aveva vinto le selezioni per il concorso a Chiba, in Giappone, dal 19 al 20 settembre.
La pubblicità ha funzionato: ieri, Mong è andato in parlamento per un incontro con il primo ministro Abhisit Vejjajiva, che gli ha promesso un passaporto. Solo temporaneo però, e solo per una volta. La storia ha attirato l’attenzione sui guai delle circa 500mila persone che vivono senza nazionalità in Thailandia, e per cui è impossibile lasciare il paese e rientrare. E’ il destino dei genitori di Mong, di etnia Shan. E il futuro si prospetta cupo: origami o no, Mong e i suoi restano sulla lista delle persone che potrebbero essere rimpatriate con la forza nel febbraio 2010.
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