– A un anno dalla discussione della tesi, i laureati varesini del 2012 che hanno un’occupazione, con qualsivoglia tipologia contrattuale, sono il 46%, mentre nel 2009 superavano il 49%.
«Il perdurare dell’incertezza del quadro economico continua a penalizzare l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani e da questa tendenza non sono escluse le nuove leve ad alta qualifica»: commenta così la Camera di commercio i dati di “Specula Lombardia 2014”, realizzato da Formaper e disponibile su OsserVa.
Diversi però i risultati a seconda del settore: le opportunità di impiego sono migliori per gli ingegneri, dove il 66,5% risulta occupato a un anno dalla laurea, e per chi ha scelto indirizzi economici (occupato dopo un anno il 55%) mentre i meno richiesti i laureati in discipline giuridiche (27%).
Saturo anche il mercato di architetti e ingegneri edili: solo il 31% dei neo laureati trova posto, sorte simile per i neolaureati in psicologia (30,6%).
Ma il dato complessivo, con quel basso 46% di occupati ad un anno dalla laurea, «verosimilmente sottostima l’occupazione dei giovani varesini che si sono laureati nel corso del 2012 – spiega l’ente camerale – non include infatti né il lavoro autonomo né il praticantato e dà conto solo dell’occupazione in Lombardia.
Sfuggono all’indagine quanti lavorano fuori regione o all’estero».
Ed in effetti i due atenei varesini riferiscono dati ben diversi da questi: «I dati presentati dal consorzio Almalaurea riferiti allo stesso periodo, parlano di un tasso di occupazione dei nostri laureati, a un anno dalla laurea, parlando di corsi triennali, del 61%» spiega Alberto Coen Porsini, rettore Rettore dell’Università dell’Insubria. Difficile, spiega il rettore «dare una lettura di un dato non completo, che non comprende il lavoro autonomo, il praticantato o il lavoro all’estero: per alcuni di tipi di laurea questi sono elementi importanti appena dopo la laurea».
Alcuni tipi di laurea ad esempio, sottolinea il rettore «prevedono proprio un periodo di praticantato e la nostra vicinanza con la Svizzera di sicuro porta alcuni neo-laureati oltreconfine».
Per fortuna, insomma, il dato sottostima una realtà ben più positiva condivisa anche dall’altro ateneo varesino: all’Università Liuc di Castellanza, spiega Luigi Rondanini, responsabile dell’ufficio placement di Liuc «ad un anno dalla laurea il 91% degli ingegneri trova occupazione, per il laureati di economia siamo introno all’80% mentre il dato scende un po’ per giurisprudenza dove il 53% dei laureati trova impiego nel corso dell’anno successivo».
Ovviamente, sottolinea Rondanini «lavoro autonomo, stage, praticantato rientrano in queste percentuali, perché sono spesso le forme attraverso le quali i laureati iniziano ad inserirsi nel mondo del lavoro».
Il tasso di disoccupazione dei laureati alla Liuc, secondo i criteri Istat, risulta tra i più bassi del collettivo Almalaurea: il tempo medio per trovare un’occupazione è pari a 2,8 mesi dalla data di laurea.
A livello settoriale, conclude il rapporto Specula, i dati evidenziano un minor investimento di giovani ad alta qualifica da parte della manifattura locale (-4,1% l’inserimento di laureati nell’ultimo anno), con la sola eccezione del settore della plastica, chimica e farmaceutica, e del settore dei trasporti e della logistica.
I servizi alle persone, invece, hanno aumentato gli inserimenti di neolaureati (+11%).