Stop alle notifiche online. Il Canton Ticino ha scelto di combattere i padroncini, ovvero i lavoratori indipendenti che offrono occasionalmente le loro prestazioni oltreconfine, con la burocrazia. Complicando le procedure nella speranza di inserire, lungo il percorso professionale, più ostacoli possibili. Barriere superabili, ma comunque presenti.
Paletto schivabile
Così ha deciso il Gran Consiglio, ovvero il parlamento del Cantone, con un voto quasi all’unanimità (solo un contrario). Votazione che punta a cancellare la possibilità di utilizzare le notifiche online, ossia i formulari in internet che fino a questo momento hanno permesso di velocizzare le pratiche alle piccole aziende italiane che effettuano lavori in Svizzera per un periodo inferiore ai 90 giorni.
Artigiani come piastrellisti, elettricisti, operai dovranno perciò presentarsi fisicamente agli sportelli per ottenere le autorizzazioni necessarie.
La mozione, però, non entrerà in vigore automaticamente: dovrà essere esaminata dal governo ticinese, che si era detto contrario. In ogni caso il messaggio è passato: non saranno risparmiati paletti all’accesso esterno al proprio mercato del lavoro.
Anche se il direttore del Dipartimento delle Finanze del Canton Ticino, , ha espresso tutte le sue perplessità. «La notifica – ha precisato il ministro – non è una procedura di autorizzazione, ma di segnalazione della propria presenza. E può essere fatta anche sul sito della Confederazione: di conseguenza la notifica cartacea cantonale può essere facilmente bypassata. Inoltre si rischia di compromettere l’efficacia di controlli tempestivi. Rischiamo l’effetto boomerang».
Ciò non toglie che vi sia più di una preoccupazione. Anche da parte delle associazioni di categoria degli artigiani.
«Impugnabile alla Ue»
Con la Cna e Confartigianato che parlano di «decisione che rientra nelle azioni che ostacolano di fatto la libera circolazione delle persone e che per questo motivo potrebbe essere impugnata di fronte all’Unione Europea».
«Si tratta – prosegue anche il consigliere regionale del Pd, – di un altro atto preoccupante e unilaterale del Canton Ticino verso i nostri lavoratori che si recano oltre confine per motivi di libera impresa. Ciò che fa specie è che se un imprenditore lombardo va in Canton Ticino per impiantare la sua azienda, e quindi ci rimane, va tutto bene, anzi viene accolto a braccia aperte dalle autorità. Se invece va e torna in giornata, diventa solo un fastidio».
© riproduzione riservata