Ottanta, infiniti chilometri per raggiungere un paesino incastrato tra le valli che guarda il ramo lecchese del lago di Como. Un’ora e mezza di auto, bus e pulmini, per provare a spingere i biancorossi alla vittoria, sperando in una rimonta difficile ma non impossibile. Novanta minuti sotto un diluvio torrenziale, stretti gli uni agli altri, per restare ancora – e sempre – vicini al Varese, nella buona e nella cattiva sorte.
(Leggi qui la cronaca della partita con l’Olginatese)
Erano almeno 250 i tifosi biancorossi partiti ieri per il Comunale di Olginate, di cui hanno preso possesso della parte sinistra di una lunga tribuna, spezzata a metà da un cancello e da vetri di plexiglass per delimitare l’area “ospiti” da quella “locali”. Assiepati nelle file più alte, chi in piedi chi seduto, cercando riparo dalla pioggia incessante.
Hanno seguito la partita, hanno cercato di conquistare altri tre punti, hanno provato a mettere un po’ di sana pressione alla terna arbitrale, hanno applaudito i biancorossi a fine partita.
Non sono mancati, come mai accade, soprattutto quando il Varese ha bisogno. Partecipano, vivono i colori del cuore. Si arrabbiano, si scaldano, si scusano, si abbracciano.
Vivono l’ambiente e così conoscono il quadro, che racconta di un (altro) momento difficile per la sopravvivenza societaria: ci sono scadenze imminenti (i rimborsi d’ottobre), degli arretrati (con i vecchi giocatori) e qualche ritardo (con alcuni fornitori); e c’è un impegno importante da affrontare per portare in fondo la stagione (di tutti: Scuola Calcio, Settore giovanile, Prima squadra).
Guardano ciò che accade: a Olginate mancava Paolo Basile, il proprietario del Varese; viene fatto sapere che non è stato bene, ma non avendo mai saltato una partita in stagione la sua assenza fa comunque rumore. Anche perché si aggiunge a quella dei due giorni precedenti, giorni in cui Basile – che non può più reggere da solo l’impegno – è alla ricerca di un aiuto per portare avanti la società, se non di un acquirente.
La pista Pietro Vavassori ha trovato sulla strada ostacoli tali da sembrare chiusa; ma con l’ex patron della Pro Patria – attento anche se lontano, equilibrato e carico di passione, risoluto ma imprevedibile – non è mai possibile mettere con sicurezza la parola “fine”.
Questa settimana potrebbe essere decisiva. E deve esserlo, anche per tenere in vita le speranze: all’apertura del mercato di dicembre mancheranno due sole settimane; in quella finestra, un paio di innesti giusti possono cambiare storie e verdetti. Lo sa il gestore del bar del Comunale di Olginate («Due anni fa eravamo terz’ultimi: qualche ritocco ben fatto e siamo arrivati terzi»), si è visto l’anno scorso quando un Gozzano in difficoltà ha fatto lo schiacciasassi nel girone di ritorno (e su quell’onda si è proiettato in vetta all’attuale girone), lo sa chiunque mastichi e respiri calcio.
Così, i tifosi si interrogano. E con loro anche la squadra: che in settimana ha chiesto spiegazioni e novità al ds Merlin, il punto d’incontro societario più vicino; che non sta facendo mancare il suo impegno, ma vuole giustamente capire cosa riserverà il futuro. Che, come dimostrato in campo, lotta e soffre per questi colori.
Tifosi e squadra, dunque, si interrogano. Vogliono novità, cercano risposte. Sognano il meglio, ma temono – purtroppo, anche per esperienza – il peggio: e se nessuno aiutasse Basile?