Toh, chi si rivede: il super ragno Un gigante colorato che fa paura

Questa è la stagione delle piccole tigri di prato. Così vengono soprannominati gli Argiope bruennichi, uno dei ragni italiani più grandi esistenti alle nostre latitudini. Un incontro ravvicinato con un animale del genere può incutere un certo timore, ma niente paura.

Non si tratta di un ragno pericoloso: come la maggior parte dei suoi simili, il morso provoca un arrossamento della parte interessata che scompare dopo poche ore.

Chi è in cerca delle stesse emozioni che si vivono in uno zoo safari può addentrarsi nei prati della Rasa. Lì, guardando tra i ciuffi di erba e stando attenti a dove si mettono i piedi, è facile incontrare in un esemplare femmina, il cui corpo alla fine dell’estate arriva a misurare 2,5 centimetri, a cui si sommano zampe lunghe cinque o sei centimetri. I ragni maschi sono quasi invisibili e non superano qualche millimetro di lunghezza, motivo per cui è molto più difficile avvistarli.

Per fotografarne le grandi dimensioni è consigliabile portare con sé una moneta o un righello da posizionare vicino al soggetto da immortalare. Altrimenti, senza punti di riferimento, è difficile far capire agli amici in quale gigantesco aracnide vi siete imbattuti.

Le caratteristiche di questo curioso ragno si trovano elencate nella pubblicazione “I ragni della provincia di Varese” scritto da . È lui a parlare di lui come di una «piccola tigre di prato». Più comunemente viene chiamato “ragno vespa” o “ragno zebra” per i colori sgargianti del corpo che dovrebbero servire a spaventare i predatori, lanciando un messaggio tipo: «Non sono buono da mangiare, ho un sapore orribile».

Il capo del ragno è biancastro e rivestito da una fitta peluria, le zampe sono invece brune e nere a bande più chiare.

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