BUSTO ARSIZIO «Il carcere di Busto Arsizio è tra quelli dove il problema del sovraffollamento si fa sentire con maggiore criticità: una situazione al limite, che potrebbe essere risolta non tanto con l’amnistia o l’indulto, quanto, piuttosto, con l’obbligo per i detenuti stranieri (compresi quelli comunitari) dello sconto della pena nel paese di provenienza». A dichiararlo è Carolina Toia, consigliera regionale della lista civica Per Maroni e membra della commissione carcere, dopo avere effettuato un sopralluogo nella Casa circondariale di Busto Arsizio, penitenziario le cui condizioni sono costate all’Italia la recente condanna da parte della Corte Europea per i Diritti Umani.
Secondo la Toia occorrerebbe anche, data l’elevata percentuale (circa il 58 per cento) di detenuti in attesa di giudizio definitivo, una concreta ed effettiva attuazione o un’ulteriore modificazione diretta in quel senso, della normativa volta a ridurre drasticamente il sistema delle cosiddette “porte girevoli”. La consigliera regionale ha visitato anche il reparto destinato ad ospitare detenuti che necessitano di un percorso riabilitativo motorio, completata in ogni sua parte diversi anni fa, ma mai aperta.
«Si tratta di 13 stanze a due letti dotate ciascuna di propri servizi igienici. La sezione – denuncia la legnanese Toia – è formata da celle dotate di bagni con vasca, una palestra con attrezzatura per le attività riabilitative ed una grande sala di circa cento metri quadri nella cui area centrale è situata la piscina, uno spreco che non può e non deve passare inosservato. L’auspicio è che, con la collaborazione e il sostegno della commissione istituita ad hoc in consiglio regionale si possano risolvere i problemi e le situazioni di emergenza che affliggono gli istituti penitenziari lombardi».
Valeria Arini
b.melazzini
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