GALLARATE – «Cari genitori e cari nonni, se siete venuti per vedermi giocare ricordate che l’Allenatore… ha il compito di allenare, l’Arbitro… di arbitrare, Io… di giocare. Divertitevi anche voi: il vostro compito è quello di incitare la mia squadra. Quindi non pensate ai consigli tecnici, non urlate: mi metterete in confusione. Non insultate l’arbitro e gli avversari: sono ragazzi come me. Ricordate che ho il diritto di sbagliare. Perdere non è una tragedia: state sereni, godetevi la partita».
Questa sorta di inno al buon senso applicato al tifo, reso per iscritto come se fosse il giocatore in erba a rivolgersi direttamente al genitore (o al nonno) prima di una partita, è stato confezionato dal Torino Club di Gallarate e distribuito a inizio stagione a quei “grandi” che – a Gallarate come in tutto il resto del mondo – ogni weekend si assiepano alle reti dei campetti per ammirare le gesta calcistiche dei loro giovani cari.
Perché pubblicizziamo tale lodevole quando originale forma di persuasione alle buone maniere, nei confronti di un pubblico adulto spesso protagonista di fatti censurabili durante le partite dei bambini? Perché al Torino Club di Gallarate, gloriosa società della nostra provincia che ogni giorno dà sfogo alla passione di centinaia di bimbi e ragazzi dai 6 ai 16 anni, La Provincia di Varese deve delle scuse. Necessarie per aver riportato in modo inesatto (dando credito a una fonte che non si è rivelata affidabile) un episodio accaduto sabato 14 novembre proprio a Gallarate, in occasione del match, valido per la categoria Pulcini, tra lo stesso Torino e l’Arsaghese.
Avevamo scritto di una rissa sfiorata a seguito di un fallo dubbio durante le ultime fasi di gioco, situazione da cui era scaturita una punizione che era valsa il pareggio dei padroni di casa. Avevamo raccontato di un clima teso per colpa di questa decisione, rasserenato solo dalla calma reazione dell’allenatore e dei genitori ospiti, sebbene ingiustamente defraudati della vittoria. La ricostruzione dei fatti è stata imprecisa. L’intera partita e il suo post sono stati vissuti in armonia e tranquillità sia in campo (con i bambini di 10 anni capaci di auto-arbitrarsi senza contrasti), sia sugli “spalti”, sia tra le due società, che insieme hanno festeggiato il risultato di pareggio.
Nessuna rissa sfiorata, nessun clima teso. Tanto che il direttore sportivo dell’Arsaghese, letto il nostro articolo e il clamore che ha suscitato, ha preso contatti con la società gallaratese per scusarsi dell’incidente mediatico. Al presidente del Torino Club che dal 1963 porta avanti con passione la società, al direttore sportivo e a quello tecnico
, impegnati con profitto sul fronte del fairplay come dimostra l’intelligente decalogo sopra riportato, va la nostra doverosa e sentita precisazione.
Con l’augurio di continuare con successo la loro bella e importante attività a servizio del calcio giovanile.