Arriva Casbeno Insieme: novità e tradizione per la festa di un rione vivace da riscoprire, ma anche solidale con le popolazioni terremotate.
Un’amatriciana solidale, colazione benefica e spettacolo teatrale: sono questi i tre ambiti in cui i volontari e l’intera comunità di Casbeno si daranno da fare per raccogliere fondi per aiutare chi è stato colpito dal sisma del 24 agosto.
«In oratorio sabato 3 settembre, dalle 19 , i cuochi proporranno un piatto di penne all’amatriciana al costo di euro 5, e domenica 4 sarà possibile fare colazione – spiega , tra i volontari che organizzano la manifestazione – L’intero ricavato verrà devoluto alle popolazioni colpite dal sisma come le offerte che saranno raccolte durante lo spettacolo teatrale di domenica sera alle 21 nella palestra di Maria Ausiliatrice».
La “festa in strada” si svolge propriamente nelle serate di venerdì
9 e sabato 10 settembre 2016 in oratorio e lungo le vie della vecchia Casbeno, per poi tornare a concentrarsi in ambito parrocchiale domenica 11.
Una festa attesa e partecipata che, per “casbenatt” e non, segna il rientro dalle vacanze, il momento dell’incontro con gli amici e con il divertimento prima che ricominci la routine dell’anno.
Casbeno poi è una piccola città nella città e la festa di quest’anno, patrocinata da Comune e Provincia di Varese, è diventata occasione per far emergere le realtà del quartiere.
«Spesso sono poco conosciute come la comunità protetta “Percorsi” di via Orto Botanico, dove alloggiano persone affette da malattie psichiche, ma che possono vivere il territorio. Sono stati entusiasti della proposta di raccontarsi attraverso le pagine della pubblicazione che diffondiamo per la festa».
In un’ottica di cooperazione, «hanno realizzato i cartelloni per Casbeno Insieme con le indicazioni, da quelli per le salamelle a quelli per le patatine. Molti di loro saranno al mare nei giorni della festa, ma abbiamo promesso loro delle foto per mostrare l’effetto del loro impegno. È anche questo un piccolo modo per integrarsi».
L’intento era quello di mostrare il bene «che abbiamo intorno, le opere buone che si compiono, le relazioni che pagano, i progetti ben riusciti, su ciò che può davvero lasciare un’impronta nella nostra piccola storia».
Per molti è stata una novità scoprire che «in via Bertani esiste un’altra comunità per minori o che oggi l’edificio dell’ex Cottolengo ospiti un ambulatorio convenzionato col servizio sanitario nazionale. O ancora mamma Carla che ha scritto un pezzo sul “Caffè 21”, il primo locale della città gestito da ragazzi down. È un’opportunità per chi ci lavora, ma anche per chi lo frequenta».
Nella società “dell’iper-informazione”, spesso si fatica a percepire le realtà circostanti.
«Farle emergere può stimolare la nascita di un’attività più capillare per conoscersi da vicino, perchè guardare oltre non vuol dire vedere lontano. Significa prodigarsi per i problemi di Amatrice, ma anche del vicino di casa che può avere bisogno. L’invito è quindi a non fermarsi all’apparenza e a non essere superficiali, ma a guardare sempre nel profondo».