Torna l’ombra delle ’ndrine in Lombardia, e questa volta ad essere coinvolto nelle indagini è Salvatore Valenzise, originario di Nicotera ma residente da tempo a Castiglione Olona dove, però, resta nell’ombra, ed è quasi impossibile trovare, in paese, qualcuno che lo conosca.
Il nome di Valenzise è spuntato nelle inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta sul clan Tripodi di Vibo Valentia Marina, che ha emesso un secondo provvedimento di perquisizione e sequestro, oltre a quello che ha interessato le sedi di Rtl. I provvedimenti sono volti a chiarire la natura di alcune movimentazioni di denaro in Lombardia da parte di alcuni soggetti legati ai due clan. Oltre a Valenzise, il decreto di perquisizione riguarda anche (54anni), di Parabiago (Milano), (47), di San Vittore Olona (Milano) ed (45), di Vibo Valentia ma domiciliato a Legnano (Milano).
Dalle indagini, coordinate dai pm della Dda di Catanzaro e e portate avanti da carabinieri e guardia di finanza, è emerso come Orlando Tripodi, figlio del boss Nicola, avrebbe gestito anche in Lombardia diverse attività commerciali avvalendosi, è scritto nel provvedimento, «delle condotte illecite di , 41 anni, di Busto Arsizio», già indagato nell’inchiesta «Lybra» del maggio dello scorso anno sul clan Tripodi, «e di ». Secondo i pm, nelle presunte condotte illecite sarebbe coinvolto anche Enrico Barone che, insieme ad , si sarebbe attivato affinché parte del denaro frutto di presunte attività illecite fosse trasferito al boss . I rapporti finanziari con gli indagati, sarebbero stati intrattenuti da Angelo La Mendola e Fulvio Migliano, per cui i magistrati hanno disposto le perquisizioni per «verificare la natura dei predetti rapporti».
Non è la prima volta che il nome di Salvatore Valenzise compare in inchieste giudiziarie. Il 3 marzo 2008, infatti, è stato condannato con rito abbreviato ad un anno e quattro mesi per corruzione in atti giudiziari nell’ambito di un’inchiesta che ha coinvolto una magistrato di Vibo Valentia, , all’epoca dei fatti contestati presidente del Collegio misure di prevenzione del Tribunale di Vibo, che avrebbe concesso più giorni del previsto a Valenzise, obbligato a risiedere a Nicotera da un precedente provvedimento, per recarsi a Milano.
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