Semaforo tra via Roma e corso Sempione, è tornato il questuante. “Effetto Cassani” già finito? Il sindaco non ci sta, ribadisce l’impegno su questo fronte e invita i cittadini a denunciare «non su Facebook ma direttamente alla Polizia locale».
Chiunque si sia trovato negli ultimi mesi a passare da queste parti ha ben presente quest’uomo: il cappello in testa, che togliere per raccogliere soldi, chiede l’elemosina all’incrocio alle auto ferme in attesa del verde. Già in passato gli agenti del comando di via Ferraris lo avevano multato perché la sua questua finiva per intralciare il traffico.
Assente da qualche settimana, l’uomo ieri mattina è tornato al semaforo all’angolo tra via Roma e via Marsala per chiedere qualche moneta agli automobilisti. Quasi uno “smacco” per il neo eletto sindaco, che si è pubblicamente impegnato ad affrontare il problema della questua più o meno molesta entro i primi centro giorni di mandato.
«Lo abbiamo identificato più volte, lui come quelli che si trovano in piazza Garibaldi o al parcheggio dell’ospedale. Devo dire che la Polizia locale sta recependo bene le indicazioni»,
afferma il primo cittadino. Che aggiunge: «certo è che gli agenti non possono passare la giornata ad inseguirli».
Ma allora come si affronta la questione, uno dei cavalli di battaglia del centrodestra prima e durante la campagna elettorale? «Spero, dopo un po’ di tempo che vengono fermati, che capiscano che forse è meglio che vadano in altri lidi a questuare».
Del resto, aggiunge, «Guenzani non ci ha lasciato una situazione facile, questi personaggi sono abituati a scorrazzare per la città, ma sono convinto che ben presto la nostra opera di dissuasione li farà sparire». Ad esempio i parcheggiatori abusivi di piazza Garibaldi «sono stati fermati più volte la scorsa settimana, in qualche caso si sono allontanati scappando».
Il punto è che ritornano. Ed è qui che entrano in gioco i cittadini. «Ad esempio all’ospedale minacciano di rigare la macchina se non si lascia loro qualcosa, poi magari non lo fanno ma si tratta comunque di una minaccia. Ed è giusto che i cittadini dedichino cinque minuti della loro vita per chiamare la Polizia locale, che ha il dovere di intervenire immediatamente».
Insomma, «bisogna denunciare quello che non va all’interno della città». Ma occorre farlo nelle sedi opportune, non solo su Facebook. «L’altro giorno sul gruppo “Sei di Gallarate se..” una signora lamentava che la figlia è stata importunata da due stranieri. Al comando, però, non risulta alcuna segnalazione di questo tipo».
Insomma, denunciare. Ora, «non è che voglio che risulti che da quando sono sindaco si commettono più reati, ma la situazione è proprio questa: la gente non segnala e, qualora lo faccia, questo avviene soltanto sui social network», conclude il primo cittadino, «però l’unico modo per poter agire con autorità è proprio quello di ricevere denunce e segnalazioni da parte dei cittadini».