Parigi, 9 dic. (Apcom) – La tortura – che si tratti del “waterboarding” statunitense o della “falaqa” (bastonatura delle piante dei piedi) dei Paesi arabi – è consuetudine “endemica e regolare” in tutto il mondo: lo afferma l’ong Acat (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) nel suo primo rapporto annuale sulla questione.
L’ong constata come in base a “una stima ragionevole” oltre la metà dei Paesi membri dell’Onu ricorre alla tortura, non solo regimi totalitari, teocrazie e dittature, ma anche Paesi “segnati dalla fragilità e dalla violenza politica”: tra le pratiche segnalate la crocifissione in uso in Eritrea (sotto la denominazione “Gesù Cristo”) e il lavaggio forzato con acqua e pepe introdotto di recente in Uzbekistan.
Quanto alle vittime – sebbene in casi più pubblicizzati riguardino giornalisti, politici o sindacalisti – la maggior parte appartiene alla categoria dei sospetti o detenuti comuni, parte delle comunità “maggiormente sfavorite o vulnerabili tra ogni popolazione”.
Mgi
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