«Dopo averci fatto investire più di 20 mila euro per una barriera anti-rumore e aver fatto mille promesse in campagna elettorale (e anche dopo), il Comune di Bodio Lomnago, nella persona del sindaco Eleonora Paolelli, ha deciso di revocare la precedente ordinanza limitandoci ancora l’utilizzo dell’area esterna alle ore 24. Ma, soprattutto, imponendo l’utilizzo degli spazi esterni a un massimo di 20 persone contemporaneamente. Ci limitiamo a dire che il diritto al lavoro è sancito dalla Costituzione italiana». Questo il post pubblicato su Facebook dai titolari del noto locale Le Pine, Eleonora e Nicolò Bossi.
I due fratelli, da sei anni, si stanno destreggiando tra un vicino che lamenta rumore nelle ore serali e notturne e contrasta l’attività a suon di esposti e telefonate a Carabinieri, ordinanze comunali che limitano l’utilizzo del dehor esterno e leggi che impongono bonifiche ambientali per ridurre l’impatto sonoro prodotto dalla clientela che frequenta il locale. Nel 2011 ai fratelli Bossi è stato imposto con un’ordinanza di non somministrare cibi e bevande all’esterno dopo le 22. Successivamente, ad aggravare ulteriormente la situazione, anche la diffida del Comune, che ha imposto ai gestori di predisporre un progetto per delle barriere fonoassorbenti che limitano i rumori provenienti dal locale.
«Quando la Paolelli si è candidata sindaco – spiegano i due titolari -, ci aveva promesso che, se fosse stata eletta, avrebbe risolto la questione. Più volte, in campagna elettorale, ha accusato la precedente amministrazione di non aver valorizzato le attività commerciali del paese. Ora lei revoca la precedente ordinanza e la rende ancora più restrittiva».
Le barriere fonoassorbenti sono state installate a luglio di quest’anno. Elena e Nicolò hanno interpellato un tecnico del suono per stilare una relazione da presentare in comune per la revoca della precedente ordinanza. «Il nostro tecnico ha sostanzialmente dichiarato che con la barriera all’esterno viene rispettato il limite di decibel notturno previsto per la sonorizzazione di quest’area. Il problema si è posto con il limite differenziale, che è quello che indica la differenza di decibel prodotti quando porte e finestre del locale sono aperte e quando sono chiuse. Il valore non dovrebbe superare i 3 decibel, la registrazione effettuata con una ventina di persone all’esterno ha dato esito di 3,3 decibel. Una sciocchezza. Così, la nuova amministrazione ora ci impone di non aver più di 20 persone contemporaneamente nello spazio esterno. Non intendiamo rispettare l’ordinanza e andremo al prossimo consiglio comunale per chiedere spiegazioni».n