Sono passati 85 anni da quando la chiesa di San Giulio fu consacrata dal cardinale : la ricorrenza rende ancor più solenne la tradizionale festa della Madonna del Rosario, che domenica prossima richiamerà come sempre una folla numerosissima.
L’anniversario, che sarà celebrato durante la messa di stasera alle 20.45, rappresenta solo il capitolo più recente di una storia ultra millenaria.
L’attuale chiesa parrocchiale, ottocentesca, è infatti l’ultimo di tre luoghi di culto intitolati a san Giulio: a pochi metri di distanza, si conservano le fondazioni del primo tempio, risalente almeno al VI secolo, e la struttura del secondo, di epoca rinascimentale.
L’odierno edificio fu invece inaugurato nel 1846, ma venne consacrata solo il 2 ottobre 1932, una volta conclusi gli affreschi realizzati dal pittore romano , per iniziativa del parroco , che si affidò così a uno dei maggiori artisti disponibili, la cui firma si trova in importanti chiese italiane ed estere.
Il pregevole ciclo pittorico, eseguito a partire dal 1926, è dominato dal tema della Croce: si distinguono, in particolare, il trittico dell’abside, dov’è raffigurata l’Invenzione del sacro legno, ritrovato nel 326 da sant’Elena, madre di Costantino, e l’affresco della cupola, dedicata all’Esaltazione della Croce.
Quest’ultima immagine presenta un singolare effetto ottico: chi percorre la navata centrale, in direzione dell’altar maggiore o dell’uscita, ha infatti l’impressione che la croce lo segua.
La chiesa ospita inoltre notevoli opere trasportate dal precedente tempio, come la statua marmorea di san Giovanni Battista, scolpita nel 1752 da , su modello preparato dal cognato, l’artista cassanese , attivo nel primo Settecento a Roma, dove fu il principale artefice della fontana di Trevi e autore di preziose sculture nelle basiliche di San Pietro e San Giovanni in Laterano.
Da non dimenticare la tela del Crocifisso di e anche la statua lignea della Madonna del Rosario, datata 1570, che domenica, come ogni anno, sarà portata in processione per le vie della città.
Tra le reliquie, si segnalano naturalmente quelle di san Giulio, il frammento della Croce, donato da papa Clemente XI nel 1707, e il sangue del beato cardinal Schuster, che nel 1953 inciampò proprio nel tappeto all’ingresso della chiesa cassanese: i batuffoli che vennero utilizzati per tamponare l’emorragia sulla sua fronte sono stati conservati.