Tradate – A Tradate sono ricomparsi gli auguri al Duce. Come era già successo lo scorso anno il fantomatico gruppo “Varese ardita” ha replicato l’iniziativa che già nel 2011 aveva suscitato scalpore. Nei giorni scorsi una serie di manifestini sono stati regolarmente affissi negli spazi dedicati alle affissioni commerciali, sotto l’effige del comune di Tradate. Il manifesto, come già quello dello scorso anno, riporta la data di nascita di Benito Mussolini (29 luglio 1883) e quella della ricorrenza (29 luglio 2012) e una semplice scritta “Auguri Duce” seguita da due punti esclamativi, firmato “Varese Ardita”, un gruppo di cui non si trova traccia né nel mondo reale né in quello virtuale.
Della faccenda si è accorta anche la sezione cittadina dell’Anpi, che ha condannato il gesto: «Ho visto questa mattina i manifesti che ritengo essere una inutile provocazione – ha detto Francesco Liparoti -, era già successo anche l’anno scorso e francamente mi stupisce che sia ancora possibile poter esporre certe stupidaggini. Ora è importante chiarire le regole e fare in modo che l’anno prossimo non capiti più». E poi ha continuato: «Di fronte a questi fatti condannabili,
noi auspichiamo che la Tradate democratica rimanga sempre vigile, speriamo che si risponda con i fatti e non solo con le parole – ha continuato Liparoti -. Sono stupito e rammaricato che nel 2012 ci sia qualcuno che ancora inneggia al duce, gli italiani prima, la storia dopo, hanno già dato torto a Mussolini. Oggi abbiamo tante altre cose a cui pensare, servirebbero elasticità mentale e voglia di crescere. Certe nostalgie ci coprono di ridicolo, gli auguri non si fanno ai morti, ma ai vivi».
La reazione della gente, in giro per le strade, non è né stupita né indignata. C’è molta indifferenza e qualcuno, come una signora sulla settantina, passando davanti ai manifesti addirittura azzarda: «Eh sì, ci vorrebbe proprio lui». Qualcuno, mostrando un pizzico di indignazione, ha strappato il lembo di un manifesto, ma nulla più.
Il fatto che la questione in città sia stata accolta tiepidamente lo si capisce anche dalla reazione dell’amministrazione comunale che, a tre giorni dal misfatto, ancora non era venuta a sapere nulla. Infatti a palazzo nessuno sembra aver visto o essere a conoscenza dell’affissione: «Dobbiamo contattare l’operatore che si occupa dei manifesti per capire se si tratta di un’affissione regolare o di un’affissione abusiva».
Qualora l’affissione invece si rivelasse irregolare non resterebbe che far coprire i manifesti. È sottinteso che caso in cui fosse stata autorizzata (come nel 2011) un po’ di imbarazzo per la clamorosa svista sarebbe più che giustificato, soprattutto alla luce delle polemiche che hanno accompagnato le medesime affissioni in passato (quando l’amministrazione era retta da una maggioranza Lega+Pdl). Nell’attesa di capire in che modo i manifesti siano finiti sui tabelloni comunali, Tradate saluta con fierezza e grida al mondo il suo: «Eja eja alalà».
Alessandro Madron
p.rossetti
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