TRADATE A Tradate si stanno vivendo ore decisive per le sorti dell’amministrazione comunale. La maggioranza sente odore di crisi e sta cercando una cura per i suoi dolori. I mal di pancia del centrodestra tradatese vanno ben oltre la discussione sulla variante ad un progetto per l’edificazione di tre condomini. Nelle scorse settimane si è parlato molto dei battibecchi scatenati dalla presa di posizione dell’assessore Franco Accordino, che aveva espresso la propria contrarietà alla variante al piano di via Marconi,
suscitando la reazione del sindaco di Tradate Stefano Candiani. Quest’ultimo aveva dichiarato di essere stanco di non avere interlocutori certi nei suoi alleati di governo del Pdl. Un battibecco a cui era seguito un diverbio tra i due consiglieri del Pdl Gianni Zambon e Rosario Tramontana, dopo che il primo aveva annunciato la propria ferma opposizione alla variante. «E’ normale che attorno ad una scelta politica nascano diverse opinioni. All’interno della maggioranza tutti i punti di vista dovrebbero essere letti come dei contributi alla ricerca di una soluzione condivisa – ha detto ieri il vicesindaco Vito Pipolo -. Non è normale che si utilizzi il proprio punto di vista come leva per uno scopo politico diverso da quello dell’intera maggioranza». Insomma, scornarsi nel chiuso delle riunioni del gruppo è una cosa lecita e normale, ma alla fine, alla luce del sole dovrebbe emergere una ed una sola posizione, cosa che ormai da tempo nel Pdl di Tradate non sta più succedendo, fin da quando due consiglieri Gianluigi Margutti e Massimo Tagliabue se ne erano andati sbattendo la porta. Capita così che i dissensi diventino di dominio pubblico e che delle questioni apparentemente piccole diventino ostacoli insormontabili: «Si arriva ad un punto in cui bisogna sedersi attorno ad un tavolo e dirsi chiaramente le cose in faccia – continua Pipolo -. Per questo abbiamo deciso di fare una riunione di maggioranza. Cercheremo di capire cosa sono le cose che ci tengono uniti e se abbiamo tutti intenzione di arrivare a fine mandato per realizzarle. Altrimenti ha ragione il sindaco a dire di volersi dimettere. In queste ore stiamo cercando di venire a capo di una situazione che oggettivamente non è più tollerabile». Dentro o fuori, insomma, proprio come si era detto qualche settimana fa in occasione dell’ultima infuocata riunione di maggioranza. «Le questioni sono tre – conclude Pipolo -. La nuova piazza Mazzini, la vasca esterna della piscina e la soluzione alla questione della Fornace, che di fatto rimane un centro commerciale zoppo. Se siamo tutti d’accordo a voler terminare i percorsi iniziati, ci si mette di impegno e si arriva a fine mandato completando il programma, altrimenti è meglio tornare alle urne».
b.melazzini
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