Tradate Crolla un cornicione in via Vittorio Veneto, il Comune sul piede di guerra. Il fatto risale al weekend, ma gli effetti dell’incuria e del degrado sono ancora visibili. L’edificio al civico 45 del corso principale del centro storico di Abbiate Guazzone è stato transennato ed è in attesa di una perizia che ne valuti la stabilità.
Sul marciapiede ci sono ancora i calcinacci e i pezzi di pietra che si sono staccati dalla gronda, rischiando di ferire qualcuno. La fortuna ha voluto che il crollo sia avvenuto di notte, durante un temporale, quando nessuno passava sul marciapiede. Al proprietario di casa è già stata applicata una sanzione da 500 euro, prevista per chi non si prende cura dei propri immobili, mentre per la tutela della sicurezza dei cittadini verrà emanata un’apposita ordinanza a fronte della quale il proprietario dovrà
provvedere al consolidamento e alla sistemazione dell’edificio, con il rischio di incorrere in una denuncia penale se non dovesse ottemperare agli obblighi imposti dal Comune. Per di più l’edificio si trova a pochi passi da un negozio che dovrebbe aprire i battenti a giorni, non prima però che questa situazione venga sistemata.
«È inutile che il Comune spenda risorse, energie e impegno per recuperare i centri storici se poi da parte di alcuni proprietari non c’è collaborazione – dice il sindaco Stefano Candiani – Via Vittorio Veneto è un gioiellino, che non può brillare per colpa di qualche irresponsabile che permette alle case di cadere a pezzi. Io non ci sto a questo gioco al ribasso».
E non solo, Candiani ha pescato dal cilindro anche la legge numero 2892 del 1885, la cosiddetta «legge Napoli». A seguito di una grave epidemia di colera che colpì la città fu emanata la legge per il risanamento della città. Per porre fine all’insalubrità, il piano di risanamento prevedeva ampie zone di demolizione e ricostruzione. Per attuarlo venne messo in discussione per la prima volta il diritto di proprietà a beneficio del fine sociale ed un provvedimento, nato esclusivamente per far fronte a delle esigenze di tipo igienico e sanitario, rappresentò un momento evolutivo fondamentale per la legislazione urbanistica sul tema dell’esproprio e del calcolo dell’indennità. In base allo stesso principio, il Comune di Tradate sbandiera la minaccia dell’esproprio per ragioni sociali, un modo per mettere in guardia i diretti interessati ed obbligarli ad intervenire sul proprio patrimonio immobiliare. Non è la prima volta che succede: nel 2008 sempre in via Vittorio Veneto una casa era stata abbattuta, dopo anni di trattative tra il Comune e la proprietà, sempre in nome del decoro e della sicurezza.
Alessandro Madron
f.artina
© riproduzione riservata