TRADATE Cinque pistole clandestine, quasi 300 cartucce, oltre a 1,7 Kg di cocaina e 1,3 Kg di hashish. Fa quasi impressione vedere tutto quello che gli agenti della Polizia di Stato di Gallarate, guidati dal Commissario Capo Gianluca Dalfino, hanno trovato in casa di Giuseppe Rimoldi. Il tutto nascosto all’interno di alcuni tupperwar, messi in un’intercapedine appositamente creata nel muro del garage. Un bottino di tutto rispetto, se si considera che la merce sequestrata, ai prezzi di mercato, avrebbe fruttato almeno 40 mila euro.
Ma chi è Giuseppe Rimoldi? L’uomo di 62 anni, nato a Milano ma residente a Tradate, arrestato il 5 luglio, nel giro era noto con diversi soprannomi: «Il Francese», «Pinuccio» o «Zio Pino». In passato era stato autista di pullman. Era lui a guidare i pellegrini diretti al santuario di Lourdes. Da tempo, però, aveva scelto un’altra strada. Gli inquirenti ricordano ben due periodi passati in carcere. La prima volta negli anni ’90: tre anni in galera tra il ’92 e il ’95. La seconda tra il 2003 e il 2006. A ridurre la sua prigionia, in questo secondo caso, era arrivato l’indulto. Nella notte tra il 4 e il 5 luglio per lui si sono riaperte le porte del carcere, proprio nel giorno del suo compleanno. I militari dell’arma lo seguivano da tempo.
Le indagini, coordinate prima dal sostituto procuratore della Repubblica di Varese, Tiziano Masini e poi da Massimo Politi, sono iniziate la scorsa primavera. Il 5 luglio le manette si sono strette attorno ai polsi di «Zio Pino» nel corso di un aperitivo a Tradate. Alla base dell’aperitivo: tre dosi di cocaina, che «Il francese» stava vendendo a un cliente. Gli agenti hanno accompagnato Rimoldi presso la sua abitazione di Tradate e ci sono volute ben quattro ore per riuscire a trovare il suo tesoretto.
Dei quasi 2 Kg di cocaina, alcuni erano ancora allo stato grezzo di sassi. Altri erano stati macinati, mentre altre dosi erano già impacchettate, pronte per essere vendute. Data la quantità della droga detenuta in casa è difficile immaginare che l’uomo potesse agire da solo. Con molta probabilità non si tratta di un piccolo spacciatore, ma di un anello di congiunzione con livelli più alti. Probabilmente con collegamenti al di fuori dell’Italia. Lo confermano la presenza delle pistole, di cui una fu rubata a Genova nel ’92 e delle manette di provenienza spagnola. Già all’inizio degli anni ’90 Rimoldi era finito in carcere proprio per una questione di traffico internazionale di droga. Ora l’uomo si trova di nuovo in galera. Il 5 luglio ha festeggiato lì il suo compleanno.
e.marletta
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