Tradate, il segno del cambiamento Spunta la foto di Napolitano

Tradate– Dopo la gioia per la vittoria di lunedì, ieri sono state sbrigate le formalità burocratiche propedeutiche all’insediamento del neo sindaco Laura Cavalotti, proclamata ieri mattina nell’ufficio elettorale del Comune a Tradate. Ad accompagnare il sindaco della coalizione di centrosinistra anche una fetta dei suoi sostenitori e dei componenti delle sue liste, ancora increduli per l’obiettivo centrato.

Il sindaco Cavalotti ha posto ancora una volta l’accento sulle potenzialità del gruppo, affermando il valore del risultato ottenuto nel turno di ballottaggio: «È stata bella la partecipazione delle persone che ho avuto attorno a me – ha detto -. Oggi sono più che mai consapevole che è nato un bel movimento. Ed è una cosa molto importante, soprattutto perché ci sono tanti giovani e far riavvicinare i giovani alla città, al Comune, alle scelte politiche è importante, è l’aspetto culturale più importante del risultato che abbiamo ottenuto, politicamente».

Soddisfazione è stata espressa anche da Carlo Uslenghi, candidato sindaco della lista Città Nuova, che al secondo turno si è apparentata con Laura Cavalotti, entrando a pieno titolo nella nuova maggioranza: «Sono soddisfatto in primo luogo per il discorso civico – ha detto -. Lo abbiamo inaugurato noi 19 anni fa, quando tutti lo snobbavano dicendoci che c’erano i partiti. Io continuavo a sostenere che nei comuni e nelle città bisogna pensare alle cose da fare e alle genti disponibili e capaci.

Finalmente mi sono reso conto che il civico è entrato a pieno titolo nella gestione della cosa pubblica e questa è una soddisfazione. Il civico non è più di secondo ordine, anzi è importante anche per affermare i partiti». Poi ha continuato: «Il secondo motivo di soddisfazione è il cambiamento: come lista civica indipendente a noi non è mai interessato lo schieramento, quanto le cose da fare, le persone e le proposte. E dopo 20 anni si doveva cambiare. Anche perché le proposte ultime fatte dalla Lega le abbiamo sempre contestate su tutti i piani. Il cambiamento si chiamava e si chiama Laura Cavalotti, che è la persona giusta per questa fase di affermazione del senso civico». Se nel centrosinistra tutto ha funzionato a dovere e ciascuno ha fatto la sua parte nella promozione e nella diffusione del progetto, a destra è mancato qualcosa. E secondo le tesi accreditate il disincanto dei leghisti da solo non basta a spiegare la debacle della compagine. Secondo la lettura del voto più diffusa è mancato il supporto del Pdl, che in città non sarebbe riuscito a riportare i suoi elettori alle urne. Una visione che viene rifiutata completamente da Vito Pipolo, il candidato sindaco del Pdl, che ha risposto piccato: «E chi lo dice che sono mancati i nostri voti? è un dato che non si può verificare, quindi è una valutazione che lascia il tempo che trova». E poi ha continuato: «Noi abbiamo fatto la nostra parte, evidentemente in tutto lo schieramento di centrodestra non siamo riusciti a convincere al gente ad andare a votare. Ha vinto l’astensionismo, così oggi ci troviamo la città amministrata da un gruppo di persone eletta da un quarto dei cittadini. L’unico vero dato è questo. Comunque, onore ai vincitori e speriamo che siano in grado di mettere in atto un progetto serio per la città. Il Pdl ci sarà sui banchi dell’opposizione e farà la sua parte, come è giusto che sia».

 

p.rossetti

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