Tradate, tentano un altro furto nella ditta dall’ex sindaco “sceriffo”

È trascorso circa un anno dall’ultimo furto ma nelle ultime ore i ladri sono tornati a colpire alla ditta del senatore leghista Stefano Candiani.

Mercoledì notte, infatti, alcuni individui (forse cinque) hanno fatto irruzione nell’azienda di famiglia fuggendo, però, a bocca asciutta. Hanno messo fuori uso i sensori perimetrali del sistema di allarme, ma il tempestivo intervento da parte della pattuglia dei carabinieri della Tenenza di Tradate e della vigilanza privata li ha messi in fuga prima che potessero concludere il colpo in ditta.

All’indomani dell’ennesimo colpo, il senatore leghista è sconsolato, la rassegnazione ha preso il posto della rabbia: «La sensazione – dice l’ex sindaco Candiani – è di grande svilimento. C’è preoccupazione: purtroppo sono fatti che non ti fanno vivere bene, che creano apprensione. C’è poco da dire, il nostro purtroppo è un Paese in totale disfacimento. È stato approvato lo “svuota carceri” ma poi i problemi, le conseguenze le paga il territorio». I ladri in ditta non sono una novità per il senatore Candiani che già lo scorso anno, sempre tra ottobre e novembre, ha dovuto fare i conti con incursioni sgradite da parte di professionisti dello scasso. La vicenda fece parecchio clamore perché Candiani decise di istituire una taglia da 3.000 euro sulla testa dei ladri.

I volantini furono affissi per le strade della città: il caso fece discutere a livello nazionale innescando pareri sia favorevoli che contrari. Dopo alcuni mesi i ladri furono arrestati dai carabinieri del Comando Provinciale di Varese. Ora, dopo un anno, la storica ditta di Tradate è tornata nel mirino di alcuni individui: «Il sistema non è serio – aggiunge – chi sceglie vive di demagogia totale oppure è avulso dalla realtà come il Ministro Saccomani che dice che ormai siamo fuori dalla crisi».

La sicurezza è una questione che racchiude diverse sfaccettature: «Quando accadono vicende come queste – sottolinea Candiani – si perde la serenità. Il sistema andrebbe riformato dalle basi. Penso ad esempio alle forze dell’ordine. Che stimoli possono avere quando vedono i ladri appena catturati già liberi dopo pochi giorni. L’inutile buonismo non va bene, quando accadono certi fatti le strade da prendere devono essere ben precise: se sono stranieri li rimandi nei loro paesi di origine, se italiani li lasci in carcere a scontare la pena».

«Fare gli indulti non è serio. La situazione – conclude – scaturisce da scelte avulse dalla realtà figlie di un buonismo inaccettabile». Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della Tenenza di Tradate.

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