Tradisce la moglie, la picchia davanti ai figli e la minaccia anche dal carcere. Condannato a Varese

Cinque anni e 3 mesi di reclusione a un 43enne albanese che dovrà anche risarcire la donna che si è costituita parte civile nel processo. La ricostruzioni dei maltrattamenti

VARESE – “Quando esco da qui, ti brucio”, aveva detto alla ex moglie in una telefonata dal carcere, dove si trovava con l’accusa di maltrattamenti per le minacce, gli schiaffi, i pugni e i calci che le aveva inflitto davanti ai figli. Ma ci vorranno anni prima che sia libero: oggi infatti il 42enne di origini albanesi è stato condannato al Tribunale di Varese a 5 anni e 3 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 6 anni), e a risarcire la donna che si è costituita parte civile nel processo.    

Dietro alla vicenda c’è una relazione giunta alla deriva nel 2022, anno in cui la donna, sospettosa perché il marito tornava tardi la sera, scoprì nelle chat del suo telefonino i tradimenti. Iniziò una vita da separati in casa, fino al divorzio nella primavera del 2022. Data importante in chiave difensiva: l’avvocato Massimiliano Carnelli, davanti ai giudici del collegio, ha sostenuto che “mancano le basi per contestare l’accusa di maltrattamenti in famiglia”, dato che all’epoca dei fatti, ha sottolineato il legale nel chiedere l’assoluzione, la famiglia non esisteva più.

“Ha chiamato la Polizia per mesi, e gli agenti sono sempre intervenuti, solo che lui non si faceva trovare”, ha spiegato invece l’avvocato Elisabetta Brusa, legale di parte civile, parlando della sua assistita e dell’imputato, precisando che l’uomo “non si è reso conto della gravità delle sue condotte, e ha escluso che queste abbiano portato a conseguenze spiacevoli per i suoi figli”.

(Fonte Ansa)