Non c’è ancora chiarezza sul movente che, sabato 11 giugno, avrebbe spinto Daniela Randazzo, di Busto Arsizio, 57 anni, a uccidere con un colpo di pistola Franco Deidda, 62 anni, e poi a togliersi la vita gettandosi dal balcone della casa dell’uomo, avvolta in una vestaglia nera.
La ricostruzione degli investigatori è che la donna si sia introdotta in casa di Deidda, in via Arno, mentre quest’ultimo stava dormendo. Sapendo dove l’uomo teneva il revolver, regolarmente registrato, avrebbe sparato alla testa dell’uomo e, infine, sarebbe precipitata nel vuoto dal balcone del secondo piano. Non è chiaro se, cadendo, Daniela Randazzo fosse priva di sensi: l’autopsia determinerà se la donna, dopo aver ucciso Deidda, avesse puntato la pistola anche contro se stessa.
Le ipotesi dell’omicidio
Una delle supposizioni formulate dagli inquirenti è che l’amicizia tra i due, sconosciuta agli amici e ai parenti di Daniela Randazzo, si fosse trasformata in un legame sentimentale. Si erano conosciuti nel contesto lavorativo: Deidda era agente editoriale di testi scolastici in provincia di Varese; Randazzo era impiegata amministrativa nell’Istituto comprensivo “De Amicis” a Busto Arsizio. Per stabilire il tipo di rapporto che intercorreva tra i due, però, decisiva sarà l’analisi dei loro cellulari.
Non si conosce molto delle ultime ore delle vittime e ci sarebbe un buco temporale riguardo agli spostamenti della donna. I vicini di casa dell’uomo, tuttavia, hanno affermato di non aver mai visto, prima di quel giorno, Daniela Randazzo e di conoscere ben poco anche Deidda, visto che si era trasferito da Recco, comune in provincia di Genova, a Vanzaghello da poco meno di un anno.
Quello che si sa è che, qualche giorno prima che avvenisse la tragedia, Daniela Randazzo era stata dimessa da un ospedale dove si era sottoposta ad accertamenti medici. Sebbene sembra che non fossero emerse particolari malattie, si sta vagliando anche questa ipotesi per prendere in esame anche lo stato di salute della donna.