VERBANIA – Le sei persone indagate per il disastro della funivia del Mottarone sono responsabili di “condotta colposa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia e nella violazione di specifiche norme di legge” e in particolare, “nella mancata esecuzione dei controlli a vista mensili sul tratto di fune traente in prossimità del punto di innesto al carrello (testa fusa), previsti nel manuale di uso e manutenzione”. E’ quanto emerge nell’avviso di chiusura indagine firmato dalla procuratrice di Verbania Olimpia Bossi e dalla sostituta procuratrice Laura Carrera sul disastro che il 23 maggio 2021 portò alla morte di 14 persone.
Controlli che, se effettuati, “avrebbero consentito di rilevare i segnali del degrado della fune e di portare, in presenza della rottura anche di un solo filo o di segni di corrosione entro un passo del trefolo dall’attacco, alla dismissione della fune”, fune che, invece, “si deteriorava progressivamente, sino a rompersi in corrispondenza dell’innesto al carrello (testa fusa), punto in cui la fune presentava li 68% circa dei fili (in termini di area trasversale) con superfici di frattura riconducibili a fenomeni di fatica e fatica/corrosione”.
In particolare Gabriele Tadini, capo servizio dell’impianto del Mottarone, “non effettuava i citati controlli a vista mensili”, rientranti tra i suoi compiti; Enrico Perocchio, quale direttore di esercizio dell’impianto e dipendente di Leitner, “non programmava e predisponeva i controlli a vista mensili, d’intesa con l’esercente e, in ogni caso, non verificava che tali controlli fossero stati regolarmente eseguiti”, sulla base delle disposizioni normative, delle prescrizioni fornite dal costruttore nel manuale d’uso e manutenzione e dal regolamento dell’impianto, da lui stesso redatto; Luigi Nerini amministratore unico dell’impianto Ferrovie del Mottarone “non vigilava sull’adempimento da parte del proprio dipendente Tadini”.
Una mancata vigilanza sui controlli a vista mensili che la procura la imputa anche a Peter Rabanser responsabile per Leitner degli impianti a fune, Anton Seeber e Martin Leitner, rispettivamente presidente e vicepresidente, consiglieri delegati componenti del consiglio di gestione di Leitner e datori di lavoro di Perocchio, che “mantenevano in esecuzione il contratto di manutenzione stipulato tra Funivie del Mottarone e Leitner in data 29 aprile 2016, nonostante lo stesso fosse da ritenersi strutturalmente inadeguato”. Oltre ai sei indagati risultano destinatarie dell’avviso di conclusione indagini anche le società Ferrovie del Mottarone e Leitner.
Pm: “Archiviazione per i sei tecnici esterni della funivia”
La Procura di Verbania ha chiesto invece l’archiviazione nei confronti di sei tecnici delle aziende super specializzate che, in subappalto, si sono occupate dei controlli della funivia del Mottarone. Lo si legge in una nota in cui la procuratrice Olimpia Bossi comunica di avere chiuso le indagini solo per 8 delle 14 persone e società originariamente indagate per l’incidente che costò la vita a 14 persone. I pm hanno già formulato la richiesta di archiviare le posizioni di Rino Fanetti, che nel novembre 2016 ha eseguito la testa fusa relativa alla cabina poi precipitata a causa della rottura del cavo e dell’inserimento dei forchettoni che hanno disattivato il sistema frenante di sicurezza. E poi di Alessandro Rossi e Davide Moschitti di Sateco, di Federico Samonini, legale rappresentante della Scf Monterosa, di Fabrizio Pezzolo, rappresentante legale della Rvs, e del suo dipendente Davide Marchetto.
La famiglia del piccolo Eitan: “Auspichiamo processo veloce”
“Auspichiamo che il processo si possa ora celebrare in tempi veloci”. Così a LaPresse gli avvocati Sara Carsaniga, Caroleo Grimaldi, Paolo Polizzi e Paolo Sevesi, a proposito della chiusura delle indagini sulla strage del Mottarone del 23 maggio 2021, nella quale hanno perso la vita 14 persone. I legali assistono alcuni familiari del ramo materno del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla strage. “Accogliamo favorevolmente l’impostazione dell’accusa, rigorosa e senza favoritismi”, aggiungono.