VERBANIA – Tutto da rifare nel procedimento per la tragedia della funivia sul Mottarone, in cui persero la vota 14 persone. Questa mattina, dopo una lunga camera di consiglio il gup Rosa Maria Fornelli ha deciso la restituzione al pm del fascicolo sull’incidente, segnando una battuta d’arresto nei lavori processuali. La decisione arriva dopo il no della procuratrice di Verbania Olimpia Bossi e della pm Laura Carrera alla revisione dei capi di imputazione – chiesta dal gup a settembre – nei confronti degli indagati sui quali si doveva decidere del rinvio a giudizio, escludendo in sostanza i reati relativi alla sicurezza sul lavoro. L’udienza preliminare che si era aperta il 17 gennaio scorso si è così azzerata. Toccherà ora alla Procura di Verbania fissare una nuova udienza preliminare, che dovrà essere celebrata da capo.
Le reazioni delle difese
“Il pm, nella sua memoria, ha tratteggiato aspetti tecnici lodevoli: non è sbagliato quello che dice, però attualmente la norma è così e sono convinto che oggi il giudice abbia preso la decisione giusta”. È il commento dell’avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, il caposervizio dell’impianto funiviario del Mottarone, dopo l’udienza nella quale il gup di Verbania Rosa Maria Fornelli ha restituito gli atti alla procura.
“Siamo in una fase nuova, inesplorata: abbiamo una regressione del procedimento, come se l’udienza preliminare non ci fosse più, ma una richiesta di rinvio a giudizio con dei capi d’imputazione, che sono stati oggetto di critica, che rimane sul tavolo. Vedremo che cosa farà la procura”. Lo ha detto l’avvocato Andrea Da Prato, difensore del direttore d’esercizio Enrico Perocchio, al termine dell’udienza preliminare odierna nella quale il gup ha restituito il fascicolo alla procura, dopo che i pm nell’ultima udienza non avevano accolto la richiesta di riformulare le ipotesi di reato.
Da Prato ha spiegato che il gup Rosa Maria Fornelli ha respinto due eccezioni: quella “di separare alcuni capi d’imputazione, lasciandoli alla competenza di questo giudice, e quella di una difesa che pretendeva la nullità della richiesta di rinvio a giudizio”.
“Noi siamo convinti che l’aspetto infortunistico del lavoro non sussista – ha aggiunto il legale -. Il pm invece è convinto di sì. È quello che si chiama contraddittorio, l’emblema del processo giusto: le parti fanno il loro lavoro e poi un giudice decide qual è la soluzione migliore”.