VERBANIA – Sessanta giorni scarsi alla scadenza dell’ultima proroga dei termini per la chiusura delle indagini sulla tragedia della Funivia del Mottarone, che, richiesta a novembre dalla Procura della Repubblica di Verbania, è stata concessa a metà gennaio dal Gip Annalisa Palomba. I tempi stringono, quindi. In questa fase, però, dopo la conclusione dell’incidente probatorio la Procura lavora sotto traccia, senza lasciar trapelare nulla.
Era attesa per le prime settimane del 2023 una nuova deposizione di Gabriele Tadini, più volte annunciata dal suo legale. “Ma per ora – conferma all’AGI l’avvocato Marcello Perillo – non ci sono novità. Noi rimaniamo in fiduciosa attesa di una chiamata”. Non ci sono segnali di sviluppi anche in un’altra direzione di cui si era molto parlato nelle settimane delle udienze dell’incidente probatorio, cioè quello del possibile coinvolgimento dell’ex-Ustif, l’organismo ministeriale di controllo sugli impianti a fune sul cui ruolo la perizia del collegio dei tecnici e il dibattimento in sede di incidente probatorio si sono più volte soffermati.
Intanto una incertezza in più si è palesata in questi giorni: il nome della dottoressa Olimpia Bossi, procuratore capo della Repubblica a Verbania, protagonista assoluta dell’inchiesta sulla tragedia della funivia, è stato fatto tra quelli in corsa per il posto di procuratore capo di Varese dopo l’addio di Daniela Borgonovo che è andata in pensione. Bossi, che ha origini varesine essendo nata a Busto Arsizio, è data da in pole position per il “salto” verso la Lombardia, in ballottaggio con l’attuale procuratore capo del Tribunale per i minorenni di Milano, Ciro Cascone. La nomina da parte del Csm sarebbe imminente per consentire l’insediamento del nuovo capo della procura varesina entro settembre. Questo ulteriore elemento potrebbe entrare in gioco nel dettare i tempi dell’inchiesta verbanese.
(Fonte: Agi)