Trasporti, tagli a 12 linee La domenica niente bus

VARESE Aumentano i biglietti e spariscono i collegamenti. Tutti quelli domenicali e festivi. Su dodici linee extraurbane della provincia di Varese. A partire dalla N06, la Varese – Bisuschio – Cuasso al Monte – Ponte Tresa, che serve il presidio ospedaliero di Cuasso. Stop alle corse festive anche sulla N01, Cittiglio – Luino – Agra – Curiglia; la N02, Luino – Maccagno – Biegno; la N03, Luino – Caldè – Laveno; la N09, Varese – Ganna –

Marzio; la N13, Varese – Cuveglio; la N15, Luino – Cittiglio – Laveno; la N18, Laveno – Leggiuno – Besozzo; la N23, Varese – Varano Borghi – Sesto Calende;  la N24, Varese – Azzate – Daverio, la N25, Varese – Azzate – Sesto Calende; e la N28 del servizio urbano di Luino.
In pratica si tratta di 185mila e 500 chilometri di corse autobus in meno all’anno, che rappresentano il 4% delle attuali percorrenze. Si tratta di tagli che seguono l’aumento tariffario generalizzato del 10% di abbonamenti e biglietti, già in vigore dal primo febbraio e servono ad evitare l’ulteriore crescita delle tariffe a maggio. «In base alle indicazioni regionali e alla diminuzione dei finanziamenti, in accordo con i gestori del servizio – chiarisce l’assessore provinciale ai Trasporti, Aldo Simeoni – abbiamo elaborato alcuni modifiche tenendo conto anche dei flussi di utenza, eliminando alcune corse che sulla base dei dati erano sostanzialmente non frequentate. Questo per cercare di evitare l’aumento del biglietto previsto per maggio».
Il tutto per far fronte al taglio deciso da Roma di 95 milioni di euro destinati a Regione Lombardia per il trasporto pubblico locale.
Il risultato, però, sono cittadini completamente isolati dal capoluogo. Salvo siano in possesso di mezzi alternativi. Con l’aggravante di aver tagliato il trasporto per il presidio ospedaliero di Cuasso. «Questa – tuona infatti il sindaco Massimo Cesaro – non è una linea che non può essere paragonata alle altre. Non si può dimenticare che il servizio di collegamento pubblico è fondamentale vista la presenza dell’ospedale. Per i familiari che così non avranno alternativa all’auto per raggiungere i propri congiunti all’ospedale. Per questo voglio sollevare la questione in Provincia». Dal canto loro anche le aziende di trasporto interessate descrivono la decisione come «sostanzialmente obbligata».  «Purtroppo non abbiamo avuto alternative alla riduzione delle corse – chiarisce Massimo Giuliani, della Giuliani e Laudi – . E lo dico con grande rammarico perché il nostro mestiere è far viaggiare la gente. Ma con i tagli decisi esistevano due alternative: o Villa Recalcati si assumeva l’onere di integrare le risorse che sono venute meno con fondi propri o si tagliava. E dopo una lunga concertazione siamo arrivati ai tagli. Cercando di conservare il più possibile i collegamenti feriali, riducendoli solo l’analisi dei reali flussi di passeggeri, e optando per sforbiciare i collegamenti feriali e festivi». Ed un discorso analogo potrebbe avvenire anche per la stagione estiva. «Qualcosa di assurdo – sbottano però gli utenti – perché chi non ha un mezzo proprio è costretto a non muoversi più la domenica. Con buona pace delle politiche antitraffico e antismog».

b.melazzini

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