VENEGONO SUPERIORE La notizia della tragica scomparsa di Mariangela Parisi, la commessa di 43 anni del Fox Town di Mendrisio, ha lasciato tutti senza fiato. A Venegono Superiore, dove la donna abitava, il giorno dopo l’investimento mortale nessuno tra i parenti e gli amici della vittima riesce a darsi pace per un dramma assurdo, ancora senza un perché. Tanto assurdo da aver lasciato sgomenti un po’ tutti, a partire dalla mamma e dalle due sorelle maggiori di Mariangela: «Non
si può morire in questo modo – racconta sconvolta una delle due sorelle di Mariangela – è una tragedia che poteva essere evitata. Mia sorella come tutti gli altri operatori del centro commerciale devono percorrere molti metri a piedi attraversando una strada pericolosissima e scarsamente illuminata per raggiungere il parcheggio. Un tragitto lunghissimo perché i dipendenti purtroppo non possono parcheggiare negli spazi interni del centro commerciale. In passato altre due donne hanno subito un incidente come mia sorella, una è morta e l’altra è rimasta gravemente ferita. Ora noi chiediamo giustizia, vogliamo capire cosa è successo e di chi sono le responsabilità».
La donna è stata investita da un’auto martedì nella prima serata, appena finito il turno di lavoro. Mariangela era appena uscita dal lavoro e come ogni sera si stava dirigendo verso il parcheggio per recuperare l’auto e fare rientro a casa, in Italia, a Venegono Superiore. Un tragitto di diverse centinaia di metri che purtroppo ha avuto un epilogo drammatico. A un certo punto, per cause tuttora da chiarire, la donna è stata travolta da un veicolo guidato da un ticinese finendo poi sbalzata contro un’altra macchina che nel frattempo stava sopraggiungendo dalla parte opposta.
L’urto è stato terribile tanto da causarne la morte praticamente sul colpo: «Mi ha chiamato un’amica di mia sorella dicendomi che Mariangela aveva avuto un incidente. A quel punto, non sapendo la gravità, mi sono diretta in Svizzera sperando che non fosse così grave. Pensavo a una frattura, qualche ferita ma non potevo immaginare una cosa del genere. Quando sono arrivata sul posto – ricorda la sorella della vittima – non me l’hanno fatta vedere, il suo corpo era lì, buttato sulla strada senza vita. Era coperto da un telone. Non si può morire in questa maniera, uscendo dal proprio posto di lavoro. Ora mia sorella non c’è più e mi devono dire perché, mi devono spiegare. Vogliamo che si faccia giustizia. Il nostro dolore – conclude la donna – è immenso». La vita spezzata di Mariangela ha raggelato chi la conosceva bene e ora a Venegono si pretende chiarezza sulle responsabilità. Nei prossimi giorni, solo dopo l’esecuzione dell’esame autoptico, verranno celebrati i funerali della donna.
b.melazzini
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