Tre garage per le griffes tarocche E chi ha comprato rischia grosso

VARESE Un garage, qualche scaffale, un cellulare sempre acceso. Ai venditori del giro di falsari di griffes smantellato dalla finanza nei giorni scorsi – 25mila capi sequestrati, tra scarpe, giubbotti, polo e maglioni, 10 arresti e 44 denunciati – bastava davvero poco per smerciare e monetizzare.
Lo si evince da alcuni stralci dell’ordinanza con cui la procura (pm Giuseppe Rose) ha chiesto e ottenuto gli arresti, ricostruendo nel dettaglio l’intera filiera, radicata per intero sul territorio.

A Como, l’organizzazione poteva contare su tre garage, la cui gestione era affidata agli unici due stranieri del gruppo, lo slavo Goran Radic, 43 anni, e il quarantenne Adel Brahami, originario di Costantine, in Algeria, ma residente da anni in città. Chi voleva approvvigionarsi di scarpe «Hogan» o di polo «Fred Perry», avrebbe trovato quel che gli serviva sia in un box auto di via Leoni, sia in un altro box di via Quasimodo, a Sagnino.
Da qui, e da un terzo magazzino a Lentate sul Seveso, il gruppo di falsari poteva vendere sia al dettaglio, sia all’ingrosso, come ancora si evince dalla ordinanza, nella quale compaiono diverse figure di signore più e meno giovani, che a volte acquistavano per sé, a volte acquistavano per poter a loro volta rivendere, attivando piccole attività commerciali.
Non è stato possibile quantificare con esattezza il numero dei clienti che nell’ultimo anno e mezzo si sono rivolti all’organizzazione, ma è probabile che si tratti di migliaia di persone davvero, raggiunte via canali di vendita ordinari, ma anche via internet, attraverso i siti di aste on line. È quindi potenzialmente ampio anche il numero dei clienti che rischiano una sanzione: la legge, in materia di contraffazione, è molto severa e prevede multe anche per chi acquista, e alla finanza di Ponte Chiasso è già capitato di comminarne alcune. Sono cifre importanti, che possono variare da poche centinaia fino a 10mila euro.
Questa mattina, infine, saranno svolti gli ultimi interrogatori di convalida. In carrcere, il giudice preliminare Alessandro Bianchi – che ha firmato l’ordinanza – sentirà due personaggi chiave dell’indagine, Michele Lombardi, 39 anni di Tavernerio (Co), e il suo collaboratore, o presunto tale, Eugenio Lobefaro, 42 anni di Mornago, mentre all’appello mancano ancora due latitanti, che se tutto andrà bene saranno arrestati nelle prossime ore. Probabilmente sono all’estero.

s.bartolini

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