Si chiama Garbui, compie 50 anni, e in provincia di Varese non ha bisogno di presentazioni ulteriori. Basta il nome. Ma raccontare 50 anni di attività, passati attraverso tre generazioni familiari, è una tentazione irresistibile. Garbui, via XXV aprile civico 47, è un bar, un ristorante e un’istituzione.
«Davvero? – chiede con un sorriso Massimo Zannin – Istituzione? Non saprei. Sa, per noi è tutta la vita». L’imprenditrice di talento che nel 1964 affittò prima e acquistò poi il locale è Anna Bossi, 81 anni (a breve festeggerà il prossimo compleanno), piglio deciso, grande cuoca, varesina al 100%. «A cominciare dal cognome – spiega Zannin, che di Anna è il figlio – Sì, fu mia madre ad avviare l’attività. E pian piano divenne l’impresa di famiglia».
Oggi la terza generazione di gestori conta su Andrea e Nicolò, figli di Massimo e “nipotini” di Anna. I locali oggi tramontano nell’arco di pochi mesi; 50 anni sul mercato nascondono un segreto. «Segreto? – dice Zannin – Nessun segreto. La sintesi della nostra filosofia è questa: prodotti eccellenti, professionalità e piacere nell’accoglienza e una straordinaria caparbietà di restare fedeli a se stessi. Le mode non ci interessano». E in tempi di fushion, nouvelle cuisin, finger fodd e apericena, il Garbui punta, con ostinazione da 50 anni, sulla cucina nostrana. «Quella locale – spiega Zannin – Quella lombarda. Ovviamente cucinata nel migliore dei modi».
Il must di questo locale, insomma, non è pallido pesce crudo con salsina. «Direi più la polenta. La polenta in ogni suo sapore – aggiunge il titolare – E piatti storici come la cassoeula». Chi cucina? «Mia madre Anna – aggiunge Massimo – Viene aiutata ma è lei che supervisiona tutto. È lei che detiene ricette e segreti». Il Garbui, che dà lavoro a tre dipendenti, non abbaglia con effetti speciali o musica sparata. Ma possiede una peculiarità che forse è in parte segreto del successo da mezzo secolo: «Noi siamo alla terza generazione – conclude Zannin – Ma lo sono anche i nostri clienti.
Clienti che hanno iniziato a frequentare il bar da ragazzi e oggi lo frequentano da laureati manager di successo. Figli di clienti anziani che al bar ci sono arrivati dopo i loro padri. E poi abbiamo i nostri pensionati: per loro siamo uguali al cedolino dell’Inps. Immancabili. Ed è bellissimo così». Un progetto per il futuro? «Mah – conclude Zannin – Direi andare avanti per altri 50 anni con il nostro locale».
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