Tre varesini dominano le Ande E conquistano i seimila metri

MALNATE (p. vac.) Dal Perù con furore: tre alpinisti, i malnatesi Romolo Riboldi di 61 anni e Fabio Facetti di 56 anni e il varesino Peter Beatrice Lindner di 19 anni, dopo tre settimane di dure scalate, hanno domato le Ande conquistando la vetta del Tocclaraju a quota 6.034 metri. Un’impresa impensabile per un comune mortale, poco più di una passeggiata di salute per chi in questi ultimi dieci anni ha scalato insieme (è il caso dei due malnatesi) le montagne più

affascinanti e famose del pianeta.
La loro impresa sudamericana era stata benedetta dallo stesso sindaco Samuele Astuti che, alla vigilia della partenza, li aveva salutati in municipio. «Era il 4 agosto e da circa una settimana – raccontano gli alpinisti – eravamo in Perù per seguire quella passione per le vette e l’aria fina che da sempre fa parte del Dna di chi, come noi, ha la fortuna di praticare uno tra gli sport più affascinanti e faticosi, l’alpinismo. Qualche giorno prima avevamo scalato l’Ishinca a 5.530 metri, la fatica per l’acclimatazione ma ancor più la levataccia alle tre del mattino non avevano scalfito la nostra voglia di cime. Peter, 19 anni, in “prestito” dal Cai Varese, ci aveva seguito fiducioso. In montagna però non basta la buona volontà, ci vogliono gambe e polmoni veri: lui si è allenato a dovere e alle 9, dopo sei ore e mezza di fatica, esultava con noi sul suo primo 5.000, nel sole abbagliante della vetta».
Dal racconto dei due esperti alpinisti affiora la fatica e allo stesso tempo l’entusiasmo per la natura circostante. La montagna come una missione, una sfida che anima anche in chi non è più un ragazzino. La stessa passione che ha spinto gli scalatori, in una giornata di bufera, in vetta al Tocclaraju. Poi ci sono anche gli inconvenienti: «Il 12 agosto decidiamo di scalare la nostra ultima grande montagna, la cima più alta della Cordigliera Negra il Rocarre di 5.187metri. Purtroppo però, per l’inattendibilità delle cartine topografiche e il fatto che la catena è pressoché sconosciuta anche alle guide e ai locali, per errore raggiungiamo la vetta del roccioso Cerro Torrepampa, a 5.050 metri».

s.bartolini

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