Treni come forni? Almeno fossero sempre in orario…

Gentile redazione. Ieri mattina, uno dei giorni più caldi della storia, ero tra i tanti sfortunati che si sono trovati a prendere il treno. Da Varese a Milano e ritorno, come tutti i giorni. Purtroppo, l’aria condizionata sul mio convoglio non funzionava. Succede, anche se diavolo: proprio nel mezzo della storica canicola? In tanti diranno che una volta si viaggiava così, che l’aria condizionata non esisteva, che nessuno si è mai lamentato e che per un’ora

di sauna non è il caso di fare troppo baccano. Vero, probabilmente. Però io rispondo che una volta per andare da Varese a Milano in treno ci volevano tre quarti d’ora, invece adesso i tempi di percorrenza sono aumentati. Al di là dell’episodio dell’aria condizionata, sorge una riflessione. Dove stanno andando i trasporti lombardi? In avanti, oppure indietro? Perché ben vengano i convogli nuovi di zecca e i treni luccicanti, ma a noi pendolari interessa solo una cosa: arrivare a casa il prima possibile, senza troppi giri di parole.

Antonio Pantaleo

Varese

Eh sì, caro Antonio, la regolazione termica sui nostri vagoni è un concetto relativo assai, d’estate come in inverno. Ma dice bene Lei: se contro l’inesorabile caratterizzarsi delle stagioni nessuno può proprio farci nulla, contro i ritardi molto si può (e si deve) fare. Un Paese civile si vede innanzitutto dal suo sistema di trasporti. Se nemmeno l’Expo è riuscito a insegnarci qualcosa, forse è davvero il caso di iniziare a preoccuparci.

F. Ar.