La vita da pendolare si configura spesso come una vera e propria via crucis, caratterizzata da difficoltà quotidiane che mettono a dura prova la pazienza e la determinazione. Questa triste realtà è stata vissuta da una cittadina di Varese, costretta a raccontare la sua esperienza dopo aver subito un grave contrattempo nel suo tragitto verso un concorso importante.
Il 14 ottobre, dopo una domenica segnata da uno sciopero ferroviario, la donna si è preparata a prendere il treno non per recarsi a Milano, ma per raggiungere Rho Fiera e salire sul treno Frecciarossa diretto a Torino. Questo viaggio era cruciale, in quanto rappresentava la possibilità di sostenere la prova scritta di un concorso per il quale aveva investito tempo e sforzi notevoli. La sua preparazione e le aspettative erano elevate, rendendo la situazione ancora più frustrante.
La giornata è iniziata con la donna che partiva da casa alle sei del mattino, seguendo il suo piano preciso: prima il pullman per la stazione di Varese, poi il treno per Milano Porta Garibaldi, con arrivo previsto a Rho Fiera alle 8.04, in tempo per prendere la coincidenza per Torino. Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa. Alle 7.25, il treno si è fermato a Parabiago, bloccato da un guasto a Milano Certosa. Il personale di bordo ha inizialmente assicurato che il problema sarebbe stato risolto rapidamente, ma i minuti passavano senza alcun miglioramento.
Nel frattempo, una sua amica, già in viaggio verso Torino, l’ha informata che c’erano ritardi sulla linea. Nella speranza di recuperare il tempo perso, la donna ha tentato di contattare diversi taxi, ma la risposta è stata deludente: tutti occupati o non disponibili. Un operatore le ha spiegato che i taxi erano impegnati a trasportare passeggeri verso Malpensa, a causa di un incidente a Rescaldina che aveva fermato i treni diretti all’aeroporto.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, è finalmente riuscita a contattare una taxista, ma nel frattempo la situazione si era complicata ulteriormente: tutti i treni per Torino erano pieni e impossibili da prenotare. La mattina si è trasformata in un incubo di stress e frustrazione, culminando in un ritorno a Varese alle 13, con la donna esausta e delusa.
Il danno è stato aggravato dalla consapevolezza che non ci sarebbero state prove suppletive disponibili per giustificare la sua assenza, poiché il bando del concorso non prevedeva eccezioni per eventi fortuiti. Così, la sua opportunità di lavoro, frutto di un lungo percorso di preparazione, si è conclusa in una triste e amara delusione, simbolo della fatica e delle difficoltà che affrontano quotidianamente i pendolari.