CERRO DI LAVENO Quando nel 1993, i fratelli del Trio Broz, Barbara, Giada e Klaus, cominciarono a suonare insieme, avevano rispettivamente 15, 11 e 9 anni. Sin dalle prime esecuzioni in pubblico, nel ’96, sebbene in tre non arrivassero nemmeno a quarant’anni, degli strumentisti di Rovereto, si diceva che sarebbero stati i maestri di domani, per la notevole maturità espressiva e per la comprovata tecnica di esecuzione. Oggi, la più grande ha trentun anni. E l’ensemble continua ad affascinare un pubblico sempre più ampio che, alla fine di ogni esecuzione, ricambia con applausi scroscianti.
Per gli amanti della musica classica, dunque, quello di stasera, sabato 29 agosto, alle 21, nel cortile esterno di Palazzo Perabò a Cerro di Laveno, è un appuntamento da non perdere (biglietti da 8 a 12 euro, informazioni allo 02 8392807). Si tratta di un evento inserito nell’ambito della XV edizione del Festival LagoMaggioreMusica, organizzato dalla Gioventù Musicale di Milano, ideatrice dell’intera kermesse. Il trio d’archi – con Barbara Broz al violino, suo fratello Klaus al violoncello e la sorella Giada alla viola e al violino – spazierà dalle arie di Ludwig Van Beethoven a quelle di Ernst Von Dohnanyi, pianista e compositore ungherese del primo Novecento. Ed è giusto in tre che i Broz raggiungono la perfezione. Sono capaci di palesare la grinta d’insieme, la compattezza, l’armonia, l’equilibrio, l’affiatamento, la coesione.
E quella intesa “fraterna” sopraffina, più volte espressa dagli esperti del genere, nei confronti di chi, come loro, da sempre, suona e gioca con la musica. Il Trio Broz riesce persino a suonare Beethoven “a memoria”, senza leggii o spartiti. Un virtuosismo raro che spesso prende vita da un semplice intreccio di sguardi, raggiungendo però livelli tecnici di esecuzione assai elevati.
v.colombo
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