TRADATE In tempo di crisi il Comune di Tradate suona la carica e dichiara guerra al furbetto del quartierino. Per riscuotere tutti i crediti. Nella seduta di giunta di giovedì sera l’amministrazione comunale ha deliberato di redigere un bando al fine di reclutare una società specializzata in recupero crediti a cui affidare la raccolta di tutte le somme non riscosse dalle casse comunali nel decennio che va dal 1999 al 2009.
Del resto le somme che ci sono in ballo giustificano ampiamente questa operazione.
Si parla, ad esempio, di 1 milione e 200 mila euro di sanzioni relative ad infrazioni del codice della strada messe a ruolo e mai riscosse. Poi ci sono anche gli arretrati dell’Imposta comunale sugli immobili e quelli della vecchia tassa per i rifiuti solidi urbani e per la recente tariffa di igiene ambientale. Anche in questo caso le cifre sono da capogiro. Solo negli ultimi tre anni, il capitolo rifiuti, ha visto un’evasione prossima al 20% del totale delle fatture emesse, per un ammontare di circa 600 mila euro. Poi ci sono i servizi erogati per cui non è mai stato ricevuto il pagamento e tutti i crediti non patrimoniali che l’ente vanta nei confronti di cittadini tradatesi e non solo.
Un tesoretto virtuale che supera di gran lunga i due milioni di euro e che potrebbe servire a dare un po’ di respiro a delle casse che non sono mai state tanto a secco. L’operazione non è delle più semplici, ci si muove come degli elefanti in cristalleria. Il bando per la gestione del recupero dei crediti va confezionato al meglio, in modo da non dare adito a polemiche e sospetti. Lo sanno bene gli amministratori comunali di Venegono Inferiore, che non più tardi di qualche anno vennero chiamati a ripianare il danno erariale inflitto alle casse comunali. Ad obbligarli fu una sentenza della Corte dei conti, che riconobbe una colpa della Giunta nella stesura della convenzione per il servizio di ricognizione e riscossione dei crediti Ici. Un servizio che diede frutti insperati, tanto al Comune (che, in assoluta buona fede, non si aspettava cifre tanto elevate), quanto alla società incaricata, che venne pagata profumatamente per il lavoro svolto, proprio in virtù della convenzione incriminata.
Per non cadere in questo errore il bando per l’assegnazione dell’incarico alla società specializzata, va confezionato al meglio, valutando bene tutti i fattori di una situazione molto complessa. «Oggi dobbiamo fare di necessità virtù – spiega il vicesindaco Vito Pipolo -. Purtroppo da una prima valutazione ci siamo resi conto che i dati vanno al di là di quella che può essere considerata un’evasione tollerabile. Da qui la decisione di recuperare questi crediti. Non è possibile al momento dire quanta parte di quei soldi rientreranno effettivamente nelle casse comunali, ma un accertamento è d’obbligo, anche per correttezza nei confronti di tutti quei cittadini che puntualmente onorano tutti i loro impegni nei confronti del Comune». Se è vero che non è possibile ipotizzare l’ammontare esatto, è vero anche che quasi sicuramente si tratterà di cifre a sei zeri.
b.melazzini
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