Tunisia/ Aperti i seggi per le prime elezioni democratiche

Tunisi, 23 ott. (TMNews) – I tunisini hanno cominciato a votare alle sette di questa mattina (le otto in Italia) in un clima di evidente emozione, per il primo voto libero e democratico nella storia del paese, per eleggere un’Assemblea costituente e voltare definitivamente pagina dopo 23 anni di regime sotto la presidenza di Zine El Abidine Ben Ali, cacciato dalla rivoluzione di gennaio.

Alle urne sono chiamati più di 7 milioni di elettori per eleggeri i 217 rappresentanti dell’Assemblea costituente. Il diritto al voto vale per tutti i tunisini con più di 18 anni eccezione fatta per militari, poliziotti e magistrati.

Al voto si presentano circa cento partiti ma solo una decina di formazioni sembrano in grado di giocare un ruolo rilevante nel futuro politico del paese dopo oltre 50 anni di partito unico.

In testa nei sondaggi è Ennahda, il principale partito islamico, fondato nel 1981 da Rached Ghannouchi, con un gruppo di intellettuali ispirati dai Fratelli musulmani egiziani. Represso dal padre dell’indipendenza Habib Bourguiba, Ennahda è inizialmente tollerato dal presidente Ben Ali, poi impietosamente combattuto negli anni ’90.

Altra grande forza è il Partito democratico progressista (Pdp) fondato nel 1983 da Ahmed Nejib Chebbi, avvocato di centro-sinistra dagli orientamenti economici liberali. Il suo partito, legalizzato sotto Ben Ali ma rimasto sempre all’opposizione, è l’unico ad essere guidato da una donna, Maya Jribi, capolista nella regione della capitale.

Ettakatol (forum in arabo), legalizzato nel 2002, è concepito come un partito di elite del centro-sinistra, membro dell’internazionale socialista. .

Ettajdid (ex comunista) guidato da Ahmed Brahim, ha adottato nel 1993 un orientamento social-democratico e ha combattuto per formare la coalizione del “Polo democratico modernista” (Pdm).
Composto a maggio, forte di cinque partiti e di indipendenti, il Pdm vuole “fare opposizione” a Ennahda.

Il Congresso per la Repubblica (Cpr) di Moncef Marzouki è stato fondato nel 2001 e subito messo al bando. I suoi dirigenti hanno vissuto in esilio in Francia fino al 2011.

Il Partito comunista operaio di Tunisia (Pcot), il cui leader Hamma Hammami ha a lungo vissuto nella clandestinità, gode di una notevole notorietà, acquisita in 25 anni di lotta per le libertà e per i diritti umani.

Una quarantina di formazioni si contendono l’eredità elettorale del disciolto partito di Stato (Rcd). I più in vista sono al Watan di Mohamed Jegham e al Moubadara di Kamel Morjane, entrambi ex ministri di Ben Ali. La capacità di mobilitazione di queste formazioni è di difficile valutazione.

Fcs

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