Tunisi, 22 ott. (TMNews) – Si vota domani in Tunisia per sancire con le prime vere elezioni libere dopo mezzo secolo di monopartitismo la svolta nel paese che ha dato il via alla cosiddetta “primavera araba”. Più di sette milioni gli elettori chiamati alle urne per eleggere i 217 deputati che daranno vita all’assemblea costituente. Le operazioni di allestimento dei seggi si sono condotte sinora in modo regolare. Il diritto al voto vale per tutti i tunisini con più di 18 anni eccezione fatta per militari, poliziotti e magistrati.
Al voto si presentano circa cento partiti ma solo una decina di formazioni sembrano in grado di giocare un ruolo rilevante nel futuro politico del paese dopo oltre 50 anni di partito unico.
In testa nei sondaggi è Ennahda, il principale partito islamico, fondato nel 1981 da Rached Ghannouchi, con un gruppo di intellettuali ispirati dai Fratelli musulmani egiziani. Represso dal padre dell’indipendenza Habib Bourguiba, Ennahda è inizialmente tollerato dal presidente Zine El Abidine Ben Ali, poi impietosamente combattuto negli anni ’90.
Altra grande forza è il Partito democratico progressista (Pdp) fondato nel 1983 da Ahmed Nejib Chebbi, avvocato di centro-sinistra dagli orientamenti economici liberali. Il suo partito, legalizzato sotto Ben Ali ma rimasto sempre all’opposizione, è l’unico ad essere guidato da una donna, Maya Jribi, capolista nella regione della capitale.
Ettakatol (forum in arabo), legalizzato nel 2002, è concepito come un partito di elite del centro-sinistra, membro dell’internazionale socialista. .
Ettajdid (ex comunista) guidato da Ahmed Brahim, ha adottato nel 1993 un orientamento social-democratico e ha combattuto per formare la coalizione del “Polo democratico modernista” (Pdm).
Composto a maggio, forte di cinque partiti e di indipendenti, il Pdm vuole “fare opposizione” a Ennahda.
Il Congresso per la Repubblica (Cpr) di Moncef Marzouki è stato fondato nel 2001 e subito messo al bando. I suoi dirigenti hanno vissuto in esilio in Francia fino al 2011.
Il Partito comunista operaio di Tunisia (Pcot), il cui leader Hamma Hammami ha a lungo vissuto nella clandestinità, gode di una notevole notorietà, acquisita in 25 anni di lotta per le libertà e per i diritti umani.
Una quarantina di formazioni si contendono l’eredità elettorale del disciolto partito di Stato (Rcd). I più in vista sono al Watan di Mohamed Jegham e al Moubadara di Kamel Morjane, entrambi ex ministri di Ben Ali. La capacità di mobilitazione di queste formazioni è di difficile valutazione.
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