Tunisi, 18 gen. (TMNews) – E la Tunisia comincia a voltare pagina dopo l’era del regime Ben Ali, ma in quale direzione porta la ‘rivoluzione dei gelsomini’ ci vorrà ancora tempo per capirlo. Il premier tunisino Mohammed Ghannouchi ha trasmesso al presidente ad interim Foued Mebazzaa la lista dei Ministri del nuovo esecutivo di unità nazionale, dal quale sono esclusi però i partiti dichiarati illegali sotto il passato regime. Invece è entrato al governo Slim Amamou, fino a pochi giorni
fa internauta dissidente molto attivo e ora sottosegretario alla Gioventù e allo Sport.
Ghannouchi inoltre ha promesso elezioni “entro sei mesi al più tardi”, ha annunciato la liberazione di tutti i prigionieri politici, la revoca del divieto della attività di tutte le ong (fra cui la Lega Tunisina per i Diritti dell’Uomo) e la “libertà totale di informazione”.
Il governo è formato da 24 Ministeri (e non da 19, come era stato annunciato inizialmente), mentre è stato abolito il dicastero dell’Informazione, accusato di censurare la libertà di
espressione nel Paese. Dell’esecutivo, che dovrà gestire l’interim fino allo svolgimento di nuove elezioni politiche previsto entro un massimo di sei mesi, come confermato dallo stesso Ghannouchi, fanno parte dei rappresentanti della società civile e tre leader dei partiti di opposizione (due dei quali senza rappresentanza parlamentare).
Oltre a Ghannouchi, sono stati riconfermati altri sette Ministri del precedente governo, fra cui i titolari di Esteri e Interni, Kamel Morjane e Ahmed Kriaa; invece esclusi i rappresentanti del Partito Comunista Tunisino e del movimento islamico di Ennahdha, che erano stati dichiarati illegali dall’ex presidente Zine el Abidine Ben Ali. Il premier ha specificato però che tutti i partiti che ne faranno richiesta saranno legalizzati.
Il ministero degli Interni intanto ha annunciato che gli scontri di piazza delle ultime settimane sono costati 1,6 miliardi di euro, e sono morte 78 persone.
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