MILANO Sakota (rimasto a casa), Rush (inuttilizzabile), Polonara (eroico), Dunston (eroico), De Nicolao (eroico). E’ la lista impietosa dei giocatori che, tra la sera di sabato e il pomeriggio di ieri, sono stati colpiti e falcidiati da un virus bestiale: intestino sottosopra, fatica a stare in piedi. Ma cuore e attributi integri, integrissimi. Una squadra normale in queste condizioni avrebbe preso venti punti sul gobbo, avrebbe provato a spostare la partita (no, il regolamento non lo consente), avrebbe pianto fin dal riscaldamento. Varese, che di normale non ha proprio nulla, ha semplicemente giocato forte nella convinzione che comunque sarebbe stata più forte di tutto. Ha giocato e ha vinto: facendo commuovere Renzo Cimberio, facendo impazzire millecinquecento anime arrivate per non perdersi un attimo del sogno, facendo un passo avanti verso chissà che.
Goduria. Nel vincere qui, nel vincere contro lo squadrone che avrebbe dovuto divorare il campionato, nel vincere contro Stipcevic che vorrebbe tanto tornare indietro e uscire dal suo incubo personale. Goduria. Nel mettere a tacere, per l’ennesima volta, quei giornali (nazionali) che presentavano questo derby parlando solo e soltanto di Milano, della voglia di ricominciare, del momento per la riscossa. Evitando di bastonare una società che negli ultimi giorni ha sfiorato il surreale cacciando giocatori ed esonerando assistenti allenatori, facendo il male di Milano. Una piazza che il basket italiano non si può permettere di perdere e che perderà, se si andrà avanti di questo passo.
Resta una Varese splendida e speciale, forte di una poesia che lega insieme tutti quanti: giocatori, allenatori, dirigenti, tifosi. Resta un sogno, una parola che si può pronunciare senza paura di rovinare tutto: perché non c’è nulla da temere. Questa squadra lotterà fino all’ultimo, arriverà fino in fondo, ci proverà fino alla fine. E alla fine, ci può essere solo una cosa: si chiama scudetto, ed è il sogno che si può provare a raggiungere. Tutti insieme.
Francesco Caielli
a.confalonieri
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