Tutte le lezioni di una lunga notte. E il grande miracolo dei due Dal Fior

L’editoriale del nostro Francesco Caielli

Tanto caffè, lattine di bevande energetiche, pellegrinaggi sul balcone per violentare l’ennesima sigaretta. La notte elettorale vissuta in redazione ha questi sapori, questi profumi: a far da cornice alle notizie rincorse, ai numeri inseguiti, alle dirette da aggiornare. Notti così lasciano dentro qualcosa e qualcosa insegnano, a volerle ascoltare.
Insegnano che la gente non è cretina. Che non le si può chiedere di andare a votare per poi mettere le votazioni (ballottaggi compresi) quando in tanti sono già

in vacanza. Che non la si può ammorbare con messaggini insistenti su Facebook (i vecchi santini non bastavano più), alimentando la disaffezione di chi non ne vuole più sapere di questa politica. Che non la si può prendere in giro con gli stancanti teatrini televisivi di gente che non sa ammettere le sconfitte, che litiga con se stessa, che alza la voce perché gli hanno detto che si fa così. Perché la gente, signore e signori, non è andata a votare: e il primo risultato, al di là di chi ha vinto e vincerà, è che un po’ avete perso tutti quanti.
Notti così insegnano che si parla per settimane, si tirano fuori sensazioni e sondaggi, si ascoltano gli esperti. Ma poi si scopre che le urne fanno quello che vogliono: è sempre stato così, ma ogni volta ricaschiamo nel vizio di intuire prima quel che succederà.
Notti così, elezioni così, risultati così. Poi c’è spazio anche a un filo d’orgoglio, tutto varesino. Sabato sera i sei candidati, a qualche ora dal voto, si sono sfidati al torneo di paletto dell’oratorio di San Vittore. Quattro calci al pallone, tutti attorno al tavolo per bere una birra e mangiare il panino più buono del mondo (salamella e tomino: il cibo del cielo). Nessuna polemica, nessun muso lungo. Solo a Varese, solo qui è capitata una cosa del genere: bello, no?
Un miracolo, ha detto qualcuno. Dovrebbe essere la normalità, ha risposto qualcun altro. Noi, sì, propendiamo per l’ipotesi del piccolo grande miracolo. Il miracolo di Dal Fior, anzi: dei Dal Fior. Quello di Marco che ha organizzato la serata, quello di Paolo che l’ha resa perfetta. A noi basta questo: chiunque vincerà, abbiamo già vinto.