MALNATE Amarezza e sconforto a Malnate per la tragica scomparsa di Emanuele Cappelletti, il 41enne motociclista tragicamente scomparso nel gravissimo incidente avvenuto domenica mattina lungo la Sp1. A Malnate, dove il giovane viveva con la figlia Alessia di dodici anni e la moglie Anna, amici, parenti e conoscenti sono letteralmente sgomenti. Senza parole di fronte a una tragedia enorme. Gli amici di una vita lo hanno voluto ricordare con grande affetto e commozione: «Al momento dell’incidente
– racconta Antonio, uno dei suoi più cari amici – mi trovavo in giardino. Mi ha chiamato mia moglie che era disperata dicendomi che Emanuele era rimasto coinvolto in un bruttissimo incidente. Ho chiamato subito un amico che mi ha confermato tutto, non volevo crederci. E’ stata una notizia terrificante. Era un ragazzo incredibile, coinvolgente, che aveva una passione per la vita e un entusiasmo pazzesco. Era un trascinatore, un ragazzo di grandissima compagnia, sempre disponibile e generoso».
Cappelletti era un uomo molto legato alla famiglia e agli amici. «Per tutti noi – aggiunge l’amico – era il “Calippo”, il motivo di quel nomignolo non saprei spiegarlo, non so a che cosa fosse collegato. Qualcuno affettuosamente gli aveva dato quel nome e nel tempo gli è rimasto. Non solo – ricorda Antonio – io per esempio per lui ero lo “Zio Antonio” perché gli piaceva chiamare tutti con lo pseudonimo di zio. Un ragazzo speciale, divertente e sempre con la battuta pronta. Ricordo ancora i messaggini goliardici e scherzosi che ci inviava in ogni momento della giornata. Li leggevo e mi veniva da sorridere, aiutavano a vivere meglio. La giornata iniziava con un sorriso». Il “Calippo” se n’è andato facendo ciò che più gli piaceva fare, alimentando una passione, quella per la moto, che ogni domenica lo portava a lunghe passeggiate su due ruote in compagnia degli amici lungo le strade della provincia. Una passione tale da trasformarlo in un fan sfegatato di Valentino Rossi, praticamente una divinità in carne e ossa per lo “Zio 46”, il nome del profilo utilizzato su Facebook da Emanuele. «Ricordo ancora – ripete Antonio – le grigliate che organizzavamo a casa mia tra noi amici. Un giorno avevamo allestito anche uno schermo per guardare il Gran Premio del Motomondiale. Quel giorno Rossi vinse, il telecronista ripeteva “Rossi c’è” e lui non si smuoveva dalla sedia. Abbiamo cercato di distrarlo in tutti i modi – conclude – ma non c’è stato niente da fare, non c’era verso».
Troppo grande l’ammirazione per il fenomeno di Tavullia che vinceva e dava spettacolo in sella alla vecchia Yamaha. Nei prossimi giorni dovrebbe essere eseguito l’esame autoptico, dopodiché verrà fissata la data di celebrazione dei funerali.
Pino Vaccaro
s.bartolini
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