È tutto pronto per quello che possiamo definire il G7 dell’Industria 4.0: il Manufacturing Summit 2017, organizzato da Confindustria Lombardia nelle giornate di mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, a Cernobbio (Villa Erba).
Un evento di caratura internazionale realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e Regione Lombardia, che riunirà esperti internazionali del settore manifatturiero di grandi, medie e piccole imprese ed esponenti del mondo accademico con obiettivo di discutere delle sfide economiche, sociali e tecnologiche legate alla quarta rivoluzione industriale. Lo scopo della due giorni è quello di arrivare a redigere un documento in grado di affrontare i principali temi della produzione manifatturiera e di delineare i futuri trend mondiali, oltre ad individuare i bisogni delle imprese e le politiche da mettere in atto.
«L’evento – commenta il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio – si inserisce all’interno del Progetto di Confindustria Lombardia di portare in maniera permanente, a partire dal 2018, a Milano il World Manufacturing Forum, trasformando così il capoluogo lombardo in una Davos dell’industria mondiale.
Un obiettivo fortemente sostenuto anche dalla nostra Unione Industriali e di cui l’evento di Cernobbio rappresenta il kick-off».
Una recente ricerca di Tag Innovation School, Cisco e Intesa Sanpaolo evidenzia come oggi il 79% delle imprese italiane consideri l’innovazione digitale non solo un’occasione di cambiamento tecnologico, ma come un momento di ripensamento dei modelli di business, dell’organizzazione aziendale e dei metodi di produzione: «Ancora una volta abbiamo la conferma della consapevolezza di quanto oggi più che mai si senta forte il bisogno di una rivoluzione che coinvolga in primis l’aspetto della cultura d’impresa – sottolinea Comerio -. La partita è ambiziosa e coinvolge proprio l’aspetto del fare impresa in un contesto in forte trasformazione tecnologica, sociale e culturale».
L’appuntamento del Manufacturing Summit rappresenta, per Comerio, dunque un’occasione per ampliare il raggio del ragionamento e della sfida che attende tutta l’industria: «Sempre più studi mettono in evidenza la volontà delle Pmi del nostro Paese di porre al centro delle proprie strategie la costruzione di una nuova cultura aziendale collaborativa. Quella che potremmo definire condivisione: condivisione di progetti, di visione; di obiettivi. Tutti aspetti che, però, non devono coinvolgere solo i rapporti interni ad un azienda, ma anche quelli della singola impresa con le altre imprese del territorio in cui si opera».
Ed è qui che diventa centrale l’adesione ad un Cluster «come quelli lombardi dell’aerospazio, dell’energia e della fabbrica intelligente che rappresentano la prova che la condivisione deve servire anche come chiave di lettura di un’innovazione dei rapporti esistenti all’interno del distretto industriale di riferimento, dei rapporti tra grandi imprese e Pmi, dei rapporti con il sistema finanziario, dei rapporti con le istituzioni, le Università e i centri di ricerca».
Il modello del Cluster è in grado di reinterpretare in maniera moderna il tradizionale modello di distretto industriale: «Perché non si tratta di mettere intorno ad un tavolo di discussione e di condivisione solo una filiera produttiva con le sue imprese, ma tutto un sistema di relazioni e di sinergie».