Uno strumento a disposizione delle start up, ma Varese sembra non apprezzarlo. Lo raccontano i dati diffusi dal gruppo Ubi sul proprio prodotto «Finanziamento Start Up», pensato proprio per gli imprenditori che vogliono buttarsi in una nuova avventura.
Un finanziamento pensato su misura per le nuove aziende, disponibile presso le Banche Rete del Gruppo UBI, che prevede l’erogazione fino a cinquantamila euro per sostenere le prime spese di avviamento di una attività imprenditoriale, dagli investimenti nella produzione alle nuove assunzioni di personale.
Il bilancio del primo anno, però, non vede Varese tra le protagoniste: su 335 start up finanziate dal gruppo in Lombardia, solo 19 sono state le imprese varesine. Brescia è stata la leader, con 92 iniziative, poi Milano, con 85, Bergamo con 61 e Monza con 27. Varese fa comunque meglio di Pavia, che si ferma a 14, e di Mantova, dieci. Como, Lodi, Cremona e Sondrio raggiungono insieme le 17 idee imprenditoriali finanziate.
Il dato totale sul Finanziamento Start Up parla comunque di una nuova classe di imprenditori in crescita: 579 finanziamenti erogati a livello nazionale per un totale di 15,2 milioni di euro, con 6,5 milioni concessi a 259 nuove imprese il cui titolare è una donna. (45% del totale).
Il comparto da cui sono arrivate più richieste è quello del commercio, con 163 nuove imprese. Seguono il settore così detto Horeca (hotel, ristorazione e catering), con 139 start up e le attività produttive, di vari comparti, con 44 iniziative. Le imprese che offrono servizi estetici per la persona (per esempio parrucchieri) hanno ottenuto finanziamenti per 40 iniziative e più in generale il sistema dei servizi conta 115 nuove attività. «A Varese non c’è stata cattiva volontà da parte della banca,
sono le richieste che non sono arrivate – sottolinea , responsabile di questo tipo di finanziamenti per Ubi – Banca Popolare di Bergamo – in generale c’è grande sensibilità verso questo tipo di imprese. Questi tipo di prodotti di finanziamento è condiviso spesso con le associazioni di categoria, con i confidi». La particolarità è una valutazione diversa rispetto ai finanziamenti tradizionali: «Una start up non ha certo le risorse di un’azienda già avviata – conclude Trevisan – per questo ci vuole un prodotto specifico. E continuiamo ad aver fiducia, anche nei varesini: abbiamo prorogato la possibilità di usufruire di questo particolare finanziamento fino a dicembre 2014».
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