UBOLDO È uscito di casa di buon’ora, per arrivare puntuale in cantiere nel suo primo giorno di lavoro, non sapendo che sarebbe andato incontro a un tragico destino. Massimo Picone, operaio di Uboldo, ha perso la vita a soli 36 anni, schiacciato sotto un muro in un cantiere edile di Lainate dove ieri mattina era in corso la ristrutturazione di una villetta privata. Aveva appena trovato un impiego in un’impresa uboldese, dopo che per alcuni mesi era rimasto disoccupato.
Era al lavoro con alcuni colleghi quando pochi minuti dopo le nove, per cause ancora al vaglio della polizia locale e dei carabinieri intervenuti sul posto, sono crollati una colonna di cemento e un muro dell’abitazione. Un forte boato, una densa polvere, e Massimo è rimasto schiacciato sotto le macerie. I colleghi hanno lanciato l’allarme e le sue condizioni sono apparse subito gravissime. In stato di incoscienza, presentava ferite e lesioni su varie parti del corpo. Il personale del 118 ha prestato le prime cure sul posto e ha tentato di rianimarlo sotto gli occhi increduli dei colleghi del cantiere. Poi i soccorritori lo hanno caricato sull’ambulanza. Quando il 36enne è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale di Garbagnate Milanese i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Il cantiere è stato posto sotto sequestro e sul corpo dell’operaio è stata disposta l’autopsia. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire il rapporto di lavoro che aveva con l’impresa edile. Al vaglio anche il rispetto delle normative per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Non appena hanno saputo dell’incidente la moglie e la suocera si sono precipitate all’ospedale di Garbagnate, e sono rimaste lì fino al tardo pomeriggio accarezzando per l’ultima volta il suo volto.
È rimasta sconvolta anche la comunità di Uboldo, il paese dove Massimo, originario di Palermo e cresciuto a Cernusco sul Naviglio, nell’hinterland milanese, si era trasferito dopo il matrimonio, nel 1994. Lascia la moglie Loredana e due figli. La piccola Francesca, di appena 6 anni, ed Emanuele, 15 anni, sotto shock per quello che è successo. In paese Massimo aveva molti amici, gli piaceva incontrarli al bar, chiacchierare di sport e dei piccoli avvenimenti quotidiani. «Siamo costernati per il fatto che nel 2011 avvengano ancora morti sul lavoro – spiega il sindaco di Uboldo, Lorenzo Guzzetti – adesso tutta la comunità di Uboldo si deve stringere attorno ai familiari, e non farli sentire soli»
Andrea Gianni
f.tonghini
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