Ucciso da una scarica elettrica Stava rubando cavi di rame

LAVENO MOMBELLO La scarica elettrica da 15mila volt che gli attraversato il corpo non gli ha lasciato scampo. Un uomo di 45 anni di Laveno Mombello è morto così, ieri pomeriggio, poco prima delle 15. È rimasto folgorato mentre armeggiava all’interno della manifattura cotoniera Monterosa spa, in via Molinetto, sempre a Laveno Mombello. Si tratta di una fabbrica dismessa da ormai una decina d’anni. Il primo sospetto si è presto tramutato in una certezza. L’uomo, personaggio il cui nome e volto erano già noti alle forze dell’ordine, si era introdotto nell’edificio per rubare. Ma proprio l’ultimo colpo gli è stato fatale.

Probabilmente voleva depredare la vecchia ditta dei cavi di rame che ancora custodisce. Per questo, assieme a un complice, aveva preso di mira la cabina dell’Enel. Cabina che, per sua sfortuna, è ancora perfettamente funzionante, perché componente importante degil snodi che danno energia elettrica a Laveno Mombello. Forse pensando di essere al sicuro, ha messo mano dove non doveva. E la scarica, micidiale nella sua potenza, lo ha ucciso. L’uomo che era un con lui, che ha 44 anni e che abita anche lui a Laveno Mombello, ha assistito alla tragedia senza poter far nulla per impedirla. Sconvolto per quello che era appena capitato all’amico, è corso fuori dalla Monterosa in cerca di aiuto.

Le sue grida disperate sono state udite da due ragazzine che per caso, in bicicletta, pedalavano lungo via Molinetto. Telefonino alla mano, le teenager hanno digitato il 118 per chiamare soccorsi. Una volta resisi conto di ciò che poteva essere accaduto, la centrale operativa dell’Areu ha contattato i carabinieri di Laveno Mombello e i vigili del Fuoco di Varese. L’intervento dei pompieri, giunti in supporto dei tecnici dell’Enel, è stato prezioso per mettere in sicurezza la cabina e per consentire ai medici di avvicinarsi al corpo della vittima senza rischiare di restare fulminati a loro volta. Ma è bastato uno sguardo a quel povero corpo per capire che, purtroppo, niente e nessuno avrebbe potuto restituirgli la vita.

Anche se i contorni della vicenda appaiono già ora abbastanza chiari, la ricostruzione esatta di quello che è accaduto all’interno della ditta, e delle ragioni che hanno portato alla tragedia, spetta ora ai carabinieri di Laveno Mombello. Nell’occasione, faranno riferimento al sostituto procuratore di Varese Luca Petrucci.Sul corpo dello sfortunato verrà quasi certamente effettuata un’autopsia, anche se è difficile che l’esame autoptico evidenzi qualche sorpresa. È stato l’amico, sconvolto e in stato di choc, a raccontare alle forze dell’ordine quello che era successo. È stato denunciato per tentato furto. Ma dopo quello che ha visto, probabilmente questo è l’ultimo dei suoi problemi.

b.melazzini

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