Bruxelles, 31 mar. (Apcom) – Anche la Commissione europea giudica l’economia tedesca troppo orientata verso le esportazioni e non abbastanza attenta a sostenere la propria domanda interna, con una posizione apparentemente vicina a quella che aveva esposto il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, in una controversa intervista al Financial Times del 14 marzo scorso. La valutazione del’Esecutivo comunitario emerge da uno studio pubblicato oggi a Bruxelles un numero speciale del rapporto trimestrale sull’eurozona, dedicato all’impatto della crisi sulle divergenze fra Stati membri.
Secondo l’analisi della Commissione, fin dall’introduzione dell’euro i membri dell’eurozona hanno registrato “sviluppi divergenti nelle loro ‘performance’ all’esportazione, per lo più dovuti a sviluppi divergenti nei prezzi e competitività sui costi”. Ma anche “fattori non legati alla competitività sui costi, come la qualità dei prodotti o il cloro contenuto tecnologico, la specializzazione industriale etc., hanno contribuito alla divergenza” nelle ‘performance’ esterne. Questo è stato “particolarmente evidente durante la recente crisi, nella quale molte delle differenze riguardanti gli sviluppi delle esportazioni fra gli stati membri si spiegano con la struttura dei prodotti dell’export”, osserva la Commissione.
Anche se l’accento maggiore è messo sulla necessità di agire per i paesi con un indebitamento pubblico elevato, e in particolare la Grecia, o quelli “con deficit importanti e persistenti nei loro conti correnti, e/ con perdita di competitivtà”, lo studio sottolinea che alcune divergenze in termini di bilancia dei conti correnti e di competitività “sono una fonte di preoccupazione potenziale”.
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